
martedì 20 dicembre 2011
ROSSO

lunedì 12 dicembre 2011
LA COSTUMANZA

sabato 10 dicembre 2011
EPIFANIA

mercoledì 7 dicembre 2011
CASCARA

Lucio Galluzzi
venerdì 2 dicembre 2011
AAA OFFRESI

mercoledì 30 novembre 2011
IL GEBBIONE
domenica 27 novembre 2011
BARRAMUNDI / 2

mercoledì 23 novembre 2011
HOSIANNA

martedì 22 novembre 2011
GIORDANO

sabato 19 novembre 2011
L'INDUTTANZA

giovedì 17 novembre 2011
THE HUNGERS

martedì 15 novembre 2011
L'ERBA SOTTO I PIEDI
La bellezza, quella, ti colpisce alle gambe.
Netta azzera le tibie e cadi per terra, senza pietà.
E' una sequenza improvvisa di strobo a frequenza cardiaca, calata e appesa al chiasma.
Non se ne accorge di danni creati, passa e basta.
Neppure si ferma o rallenta un attimo, magari un fremito di blocchimagine da portarsi impressa in retina.
Come diceva il mio padre assoluto di lettere, e soprattutto virgole, è uno schiaffo che ti arriva violento.
Ti gira la faccia dall'altra parte.
Un manrovescio così forte da tombarti lo stomaco, altro che farfalle che ci girano dentro.
Il vuoto vero dell'osservate in religioso rapimento e le parole, le parole sperdono come campanelli per tinnito.
Chi ha detto che si è immagine dell'Immoto ha compiuto l'Originale imperdonabile.
Blasfemia.
Ridere forte.
Sganasciarsi di beffa.
Non ascortarlo mai più, mai più, mai.
Starsene lontani dai bestemmiatori ché Luce non possiedono.
Non danno il senso del sentiero.
Ti portano a perdere.
T'ammazzano di luoghi comunissimi, latrine di vissuti, assenza d'atto.
Significante zero.
Se hai mai visto un angelo, che mai può esserti a fianco, se lo hai anche solo percepito d'aura, se e basta; allora sai anche tu dell'accecamento assoluto, unico, raggio diretto, preciso, pupillare.
Balle le nuvole, illusioni di vapore e ghiacci, manco un po' di fumo a far l'arrosto finto.
E' salire il senso.
Andare veloci, un parsec, spararsi in alto.
Abbattere quella velocità fotonica e gli anni cosmici.
Infilarsi preciso tra gli strati dell'Universo che pare Aria.
Castone.
Lì diventare solitario, riflettere internamente, emergere dalla tavola.
Oltrepassarsi senza movimento.
Neppur lieve.
La bellezza non necessita passo.
Falciate!
Lucio Galluzzi
©2011CCL
lunedì 14 novembre 2011
SODIO CLORURO
Non mi hai dato quello che volevo
che tu non volevi darmi
insistente
sustanziata
si richiede nulla costa
abbassando la guardia
s'affonda l'elica
mediterranea
si va
s'ondeggia
echi ancora più sonici nell'acqua
eppure ci voleva poco
bastava darmi quello che non poteva esser dato
un sacrificio
grande come te
il caffè del mattino
scannarsi profondi
polipi d'avvinghio
suffuca
ah, che stupidi gli umani
si mettono la Luna in culo
poi lacrimano
sangue
perché non vedono via.
Lucio Galluzzi
©2011CCL
domenica 6 novembre 2011
FLESH

venerdì 28 ottobre 2011
L'INTERIORE PELLEROSSA
Sia maledetta abitudine
d'abitudine abituata
stesso senso di ruota
anche in retro
comoda poltrona vintage
anche sfondata
accogliente mamma
di braccioli cinti
all'ernia miocardica
contiene
ci si abbandona sicuri
sprofondati in sonno
la mattina successiva è abitudine
ancora
calma ristrutturata facciata
levigata visagista
presentabile quotidiana.
Dal silenzio di un tavolo
cade improvviso un bicchiere
spande frantumi
spara d'acqua il perimetro
un respiro più forte degli altri
che respirano
ancora
la spezzata abitudine
dopo
maledetti noi
abituati
che la ruota scoppia
se ne va senza la scorta.
[Per Enrico, † 26.10.2011]
Lucio Galluzzi
©2011CCL
sabato 22 ottobre 2011
META' TA'
Nascevo squama d'agave
quand'era un'altra vita
distante innumerevoli Acropoli
da questa
sconfinata
Anatolie d'altipiani
porto i segni d'Armenia
negli occhi
il naso racconta passaggio
d'Himalaya
verso quel respiro
laddove neve improvvisa
rompe il disagio
pochi metri in su
esplode il Terrestre.
Nascevo qui ed ora
di sangue porto
sicuro
tutti i sigilli.
Lucio Galluzzi
©2011CCL
lunedì 17 ottobre 2011
L'ODIO

martedì 11 ottobre 2011
CAPZIONE

lunedì 10 ottobre 2011
FENOLOMENAL

giovedì 6 ottobre 2011
HAMA IN TTL
S'indorava l'anima
mai la pillola
ai tempi sperduti
dell'altrove andato via
rodiata
d'acciaio spazzolata
senza cromatura
che se colpita da raggio
riluceva di troppa presenza
l'urlo esentematico
tenuto in gola.
C'era un'aria d'occupazione
sospesa
tra nuvole a tratti silicate
quale manna ricopriva
le fami stampate a circuito
macro!
Lucio Galluzzi
©2011CCL
venerdì 30 settembre 2011
PAS POSSIBILE!

giovedì 29 settembre 2011
IL TERZO GIORNO

martedì 27 settembre 2011
FLUNITRAZEPAM

lunedì 26 settembre 2011
LIDIO

venerdì 23 settembre 2011
UN COLPO DI TOSSE

giovedì 22 settembre 2011
QUEL MOTO

domenica 18 settembre 2011
PRADA

venerdì 16 settembre 2011
VENERE LESA LUNA

giovedì 15 settembre 2011
6,02x10 ELEVATO A 23

mercoledì 14 settembre 2011
TALLONI

martedì 13 settembre 2011
LA POESIA

domenica 11 settembre 2011
NIRURI

venerdì 9 settembre 2011
RAL 7016

martedì 6 settembre 2011
ERA LA MADONNA
Dovevo portare le scarpette immacolate, quelle di marca buona, che fanno camminare bene i bimbi.
Odoravano sempre di bianchetto fresco. Lo ricordo quell'odore: vernice fresca e leggera trielina. Lo ricordo quell'odore. Lo ricordo bene.
Tutto il resto addosso era coordinamento, niente stampe ricami sberleffi non ridevo mai guai alle fotografie perché gliele rovinavo.
Tutte.
Appena capivo ero smorfia niente posa semmai un minuto corpo contratto.
Lì appaio spastico.
Sempre.
Scappavo solitario innamorato catatonico d'ogni elemosinante barbone pifferaio sciancato mutilato, li seguivo andavo dietro per chilometri nella città, sempre poi i carabinieri mettevano fine al viaggio riportavano alla reggia il piccolo principe: tutta una festa per il ritrovato non rapito.
Fino alla successiva ipnosi
Scendevo lo scalone terra battuta rossa che dai ricchi portava all'inferno nel vicolo del non si va mai lì, me lo facevo tutto ed era meraviglia incurante magia di fango fogna a cielo aperto, immergerci le bianchettate, empirico del lurido laggiù alla penultima baracca, prima della curva, verso la seconda discesa al male.
Un vecchio muto ogni mattina suonava un trombone
mi bloccavo lì davanti adorante la coulisse, ad ogni avvicinamento a me scopriva schiuma e bava di sputazza.
Non me ne andavo.
Non potevo
Venivano a prendermi i lacrimanti ed era di nuovo festa.
Per loro.
Smisero gli alleluia
dopo la mia entrata di corsa
dal macellaio
era enorme il quarto di bue
agganciato
fumava
al centro pulsava qualcosa
ritmico
come un cuore
dissi che era la Madonna
nella mia testa
lo dissi anche dopo a voce
ho visto la Madonna.
Lo dico ancora adesso.
Era la Madonna.
Lucio Galluzzi
©2011CCL
martedì 30 agosto 2011
Adyar

lunedì 29 agosto 2011
Di te

venerdì 26 agosto 2011
FünfundFünfzig
La cinquantacinquesima lezione
non è mai iniziata
è ancora lì che aspetta
e può aspettare
impossibile andarla avanti
come nei bagliori dell'anima
è impraticabile
al comune conoscere
e la lascio perdere
la mando a perdere
io quel vuoto a perdere
senza cauzione
non ho voglia di restituzione
anche la rima è un caso
fortuito
inserito nella libertà del non fatto
programmato
schedulato
Quanto è vero che ad un limite
inconoscibile
tutto si smette
abiti compresi
che hanno fatto il monaco
no reservation
mi porti quel che capita
scelga lei per me
non ho gusto.
Quella maledetta
la cinquantacinquesima lezione
mi fissa
io che sono bravo nel non pesare
mi giro dall'altra parte
mi parlo d'altro
mi rido
con da sempre
quel bostik giallo tra le labbra
se provo a tradirmi
si strappano
è disciplina
completa
solo ora ricordo
quando mi nacqui
Scendono lievi dai sentieri
i tiepidi giovani
venti timidi.
Lucio Galluzzi
©2011CCL
domenica 21 agosto 2011
Fiere
Non c'è per nessuno
per nessuno ce n'è
che vuoi sentire tu
mai provato quello che il Poeta
descrive d'ala imbecille
schiaffo sulla nuca
e parli troppo del troppo
superfluo
come te
noi tutti
branco di fiere
dai carrozzoni cattivo gusto
fetido odore
si balla e saltella
un continuo
non c'è tregua
non ce n'è per nessuno
è continua questa guerra
personalissima
estesa
interstiziale
mattino sera notte aurora
niente pause sempre a scavare
per nascondere verità
e noi stessi insieme
sottoterra
stratificati
frequentiamo i precedenti
giardini pensili fossilizzati
vite d'altri esposte in pietra
tutto d'un colore solo
piombo fuso
non ce n'è per nessuno
e nessuno c'è
solo l'archeologo s'accontenta
mi spennella
spolvera
soddisfatto
la scoperta.
Lucio Galluzzi
©2011CCL
giovedì 18 agosto 2011
Hu diyelim
Mi desertifico
mi nego
al frastuono
al rumore
a questo presente
al loro minerale
mi trovo Sorgente
all'acqua originale
immobile
sospesa
ed è lacrimale
l' immersione
causa iniziale
mi emana
respira la Vita
Abbandono del tutto
la legge
la tutela
dimentico il tempo
la mia convenzione
tacciono i sensi
le tribolazioni
ormai sono unione
pulviscolo tra le cose
Posso sentire echi di Cesare
cicute nei calici
la gola accogliere
asini andare
il fumo di Brema
fior d'aranci a Cartagine
āsato ṃā sat gamayā
tamaso ṃā jyotir gamayā
ṃrityor-ṃā āmritam gamayā
Ascolto
la notte passare
la stella nascente
che rotola al giorno
la signora in lini
canta e profuma
lenta cammina
verso gli incensi
Non ho desiderio
niente dell'indietro mi prende
il tutto si muove con me
che mi muovo col tutto
e dormo
nel Giardino
tra erbe e rugiade
mi parlano i cervi
s'illuminano i grilli.
lunedì 8 agosto 2011
THEY THE PEOPLE - 2
Adorno Suite
Anche in piccoli gruppi riuniti i singoli ai singoli amano la mattanza.
Si svegliarono tutti alla medesima ora. A dire il vero, qualcuno prima.
Avevano programmato dall'anno precedente, nelle sere d'inverno e ghiaccio, tra rutti di birra popolare e carni alla griglia, l'evento battesimale.
Senza mogli, si dissero.
Quel mattino erano tutti un fremere muscolare.
Rico, che non usciva mai di casa senza aver puntualmente eiaculato sul ventre della sua donna, saltò l'idraulica.
Fu come miraggio vedere Selmo già pronto, lì davanti al porticato di casa, dritto e teso come lo scorsone il giorno di San Giovanni.
Quando i simili si trovano tra simili non tardano tra loro.
Hanno una sorta di radiocontrollo satellitare incorporato al polso, spaccano il secondo, all'unisono. Tutti.
Alceo mise il barcone, uno ad uno gli altri portarono gli strumenti.
Se il fine è simile e i mezzi identici, gli umani dalle proprietà comuni mortali, in insieme univoco, senza conoscenza alcuna d'Eulero, compiono l'atto di volontà.
Basilare è che l'atto sia idiota.
Sapevano che esattamente a neppure cento metri dalla riva li attendeva la barca di Duiga.
Ed erano già lì, all'incontro. Pronti.
Per loro fu un gioco da nulla scendere le reti e fare la camera di morte.
Portoscuso li fissava da dietro, Carloforte a oriente, lì vicina, immobile, come sempre.
Pasturarono e passarono i tempi canonici e iniziarono a issare.
Strano che le esche fosse rimaste intatte.
Ma quando i figli di Machiavelli vogliono portare a termine l'impresa, costi quel che costi, lo fanno, senza dubbi o domanda neppure di rito.
Fu pesca miracolosa, arpionavano e buttavano sul ponte i corpi di uomini, donne, bambini, giovani.
Senza un filo di grasso inutile.
Nessun dimenamento.
Le acque erano finalmente di nuovo rosse come ai tempi permessi.
Da lì, poco ci voleva per l'acqua internazionale.
Non c'era da perdere neppure fatica per sistemare le prede nelle gabbie d'ingrasso e attendere.
Barattarono il raccolto con l'abituata nave giapponese, in cambio trenta piastre d'argento per ogni pezzo e Tequila col verme per tutti.
Il moderno e colorato Pearl Harbor oggi si chiama Sushi.
Prima dei bocconi, gli umani pregano e ringraziano il loro Signore per il cibo benedetto donato loro anche oggi.
E siccome i Signori sono tanti, sparsi nei cieli del del globo, le tavole imbandite diventano Babele.
Lucio Galluzzi
©2011CCL