
nei mattatoi dove ho dimorato
fermi a neppure colore preso
i germogli
era tutta una guerriglia di tendini
tesi
pronti allo strappo
pagare saldare mangiare
mangiare saldare pagare
la fame
a centinaia le tachee aperte.
Quei frutti cadevano acerbi
nei mattatoi dove ho dimorato
a terra s'aprivano arresi
spandevano colonie d'emazie
conquistando segatura
le immaginavo impronte
piedi pressati
su esofagi
dall'alto del gancio al soffitto
altalenavo
nel mio Abu Ghraib
la fame
a migliaia le mani aperte.
Lucio Galluzzi
©2011CCL