domenica 16 dicembre 2012

MENO TRE

Il rosso di una gonna in tela estiva
sotto una giubba maschile stretta
correva veloce senza calze
le ciabatte dei cinesi
il sacchetto di non cosa e perché
era ghiaccio forte stamattina
di quelli da morire se non c'è carezza
il vento siberia dentro la sottana
lo stop passaggio pedonale
mi fermo glielo devo
pur se non mi vede
perché di certo non c'era d'altro
oltre
in questa merda di città
buco inutile d'un calzino
corto
democristiano
mi fermo glielo devo
sto lì senza più una voglia d'accelerare
d'esistere in più ancora niente
mi lancia granate dritte al pericardio
quella Madonna.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


lunedì 10 dicembre 2012

PIANO PARALLELO

Le piccole insignificanti cose
lasciate senza memoria o attesa
sperse disseminate sbandate
tra cadute di donne dai tanti anni
e caviglie a non reggere più
i pesi domeniche mattine un libro
liso per tanto d'amore svolto
rigirato pagina dopo pagina
senza luce per raccontare virtù
cardinali fortezze intorno intime
s'alzano contestabili nuvole a catena
al fondo della vista nette crepuscolari
che paiono montagne davanti poste
a quelle vere nascoste rese umane
coperte per troppa bellezza negata
commuove.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

lunedì 3 dicembre 2012

ESAUSTO

Strano
quando vedi i mattoni saldi
precisi uno sull'altro fitti
rossi cotti come la Toscana
da sempre mia voglia di casa
pensarli com'erano liquidi
le volte che non ragionavo
senza chiave di croce ai soffitti
campate tese mai d'Architetto
ricordarli sangue vivo che m'usciva
fino a lipotimia non comunicata
il silenzio del salasso d'anni
mignatte d'andirivieni a mangiarne
di me
Strano
quando vedi i mattoni fermi
sicuri uno sull'altro densi
intendere la libertà arrivata
dal plasma porpora viva
che si paga così
il non appartenere
ai morti sarcofagi
via
lontani dalla mia Luna.


Lucio Galluzzi
C2012CCL


lunedì 26 novembre 2012

HOLE



Stringo tra i pugni la luce di dio
e la perdo d'ignoranza
dimentico delle rette
senza inizio e fine
come posso trattenere fotoni?
Pensare al collasso d'una supernova
in punto invisivibile di gravità immensa
che tutto prende e stramuta
altrove
ridurlo segmento è bestemmia
eppure il limite tra i palmi esiste
teletrasporto quantistico
di mie particelle in più luoghi
nello stesso tempo
esisto qui oltre e altrove
sposto informazioni ataviche
pensieri trasmessi WiFi
in questo umano miracolo
disdegno l'io.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

martedì 20 novembre 2012

ALTI & STRETTI

Orlano sulfurei di trama
caduti a tratto d'insieme
tappeti deposti l'autunno
puntuali si staccano devoti
in adagio di basso continuo
occultano confini e vie
tessuti si fanno i passi
imbarazzano questi inchini
i piedi disattenti ladri
rinnegano l'oro della muta
ogni giorno di più scalcagnano
c'entrano niente Leopardi
insieme a gobbe pelose
macchiaioli disfatti spettinati
ripetitori di turno falliti
quando i pioppi affollavano
per mano presi a cipressi
tra noi lignei di braccia protese
ai cieli in fronte
carichi di foglie e tesori.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



venerdì 16 novembre 2012

GRATA

Salire al Monte del Carmelo
di notte
al buio 
senzesservisti
diminuendosi
al Nero diventar NullaNiente
sparire in Lui
traversare l'Acque avvolti
sette le pieghe precise
del Manto di Giovanni
nascondere
non ammettere alla vista
sparire
veloci
arrendersi 
senza più un muscolo
dietro il ferro
quello che ti sbatte via
tu e la miseria morta
d'anima che mai pesi
sei stato piombo
vapori di mercurio
obbligato certo
ora è Tempo di chiudere
tenerti fuori
che fa freddo di gelo
lì da te
e Grazia sia l'Assiderazione
i demoni inferiori
in indistinto ghiaccio.
Amo Davvero.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


lunedì 12 novembre 2012

DER HIMMEL

Il margine ancora aperto dell'Idea
sostiene rosse vele sugli alberi
fruttificano ai venti dei mari tutti
mostrando d'orgoglio gonfie i succhi
su guglie acerbe in punta le cime
ricordano il ruolo di campane
rintocchi fondi fino all'intestino
il capire sventolato chiaro al Sole.

Invertire rotte troppo conosciute
per l'andare su liquidi d'altro colore
si cammina sull'acqua senza inganno
e prodigi d'ogni genere profusi
come migrazione puntuale sui capi
i pellegrini da Scilla sfilano ordinati
un ricordo disnebbia d'abbaglio specchiato
quando ero pesce e lo sapevo per me.

Conosco del sedersi e basta senz'altro
distanzio di tanto e molto la sabbia
gli unti ad arrostire laggiù per apparenza
una tregua continua sapore di peste
ad occhi aperti con sguardo ai piedi
li sento latrare affannarsi per carne
i desideri padroni in piccoli regni
sostengo albero le vele rosse i miei frutti.




Lucio Galluzzi
C2012CCL




venerdì 9 novembre 2012

"DEL NUDO SOFFRIRE"


Nell'indefinita fila dei distributori
il mio tempo a gettoni
sempre più a buon mercato
in attesa dell'inserimento usuale
dopo avrebbe fatto il suo dovere
senza mancare un giro al ciclo
un lavaggio profondo a candeggio
volutamente non ecologico
in dovere di baccanale disturbo
la quiete pubblica disonora la vita
come la vita offende a morte l'anima
un minuto similrame decino
rotolava incontro all'arbitrio
quello della libertà post ricevuta
e un turbinio d'empirei si calava così
laggiù nel buco nero dove tutto rigenera
c'erano mari dischiusi in onde e schiume
superfici mai fisse d'orbite quantiche
un mantra continuo saliva sacro
ballavano unisoni vestali ed angeli
un'armonia non dissimile alla Maddalena
quella dei pazzi nel letto senza croce
giunse così il cicalino dell'ammorbidente.


Lucio Galluzzi
C2012CCL

giovedì 8 novembre 2012

KATALISI


Rammucchiettavo in minuscoli cumuli
piccole e grandi foglie ancora ossigenate
da terra prese una ad una scelte
nel giardino privato in mezzo al mio petto
senza attesa di venti sicuro della calma
piatta che caratterizzava l'intorno
come da secoli ormai era accecante
il silenzio si prendeva la forma quella
esatta dei fuochi in più punti accesi
nel cielo terreno delle mie ali puntate
alle stelle dietro i cespugli di cotoneaster
d'estate ancora a guardar bene gravitano
lucciole.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

venerdì 2 novembre 2012

UN ESERCIZIO DI POCO STILE

Abbasso sempre di più lo sguardo quando cammino.
Sta diventando un'abitudine obbligata.
Non voglio dare nell'occhio all'occhio.
Sarebbe preferibile la trasparenza per me.
Una sospensione priva anche del movimento.
Essere teletrasportato da un posto all'altro senza immersione nel giorno.
Anche la notte.
Dovrebbe sparire pure l'aura personale.
Nessuna traccia.
Esistere nell'assenza.
Mancare ad ogni tipo di volontà.
Negarsi anche al sé.
Come il prodotto top mandato dalle commerciali e mai sugli scaffali.
Che è così che ci conduciamo per difesa estrema.
Negli ultimi attimi eterni di questo fastidio popolato da falene inutili.
Echinodermi svuotati senza più odore.
Quelli che deambulano senza un perché non hanno tempo.
Credono solo nella fila uno dietro l'altro.
Manco s'inculano più i maledetti.
Occupano la morte estesa imbellettandola dei propri livori.
Ridono rumorosi si agitano sono continuamente affamati.
Non di cibo.
E' la guerra.
Ti scoppiano bombe al cuore tanto l'ha fatto nessuno anche se visto.
Io non sono stato dicono.
Dicono per modo di dire.
Hanno perso l'uso della parola si capiscono solo fra consimili.
Ti viene la voglia d'omicidio immediato senza preavviso o minaccia.
Dargli un senso di umano sfregio farli sanguinare piagarli.
Divorargli quello schifo di anima che esibiscono la domenica.
Servirebbe a niente.
Subito dopo a tradimento dietro le spalle chi ti ama t'azzanna e ti beve.
Fino all'ultima goccia t'ama.
Sono malati di quella infezione finale che manco Romero saprebbe raccontare.
Così abbasso sempre di più lo sguardo mentre cammino.
Senza dare nell'occhio all'occhio.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 31 ottobre 2012

D'ACQUA

Tracima per le strade tutte
come patina d'alluvioni e muffe
angolo dopo angolo
ingresso o spiazzo che sia
in quel nero tinta innaturale
sempre lo stesso medesimo
un mese dopo l'altro
dall'anno scorso e ancora prima
nella borsa della spesa
sempre la stessa medesima
festivi compresi
vuota d'ogni cosa
trascinata accanto all'orlo
quello ben fatto
del pantalone smesso dal figlio
il grande
che a lei va bene
comunque vada
Strafotte ogni argine
di grida e amaro nodo
invade l'apparente quiete
deforma i sensi già pesi
in quel nero tinta innaturale
il dolore.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 24 ottobre 2012

MOTI

Ed esco fuori dal mio canonico stato
uso l'amore per cambiare i tempi
che quando mi svegli al mattino di sempre
questa Nazione la vedo morire
rovinata e svenata dai nervi tagliati
i soliti gesti le stesse parole
come cattedrali
su oceani di sabbia
son per sprofondare
l'eco si sente precisa occupante
identica voce dai fili spinati
coi nostri sonni ritorna l'orrore
identico uguale conforme
equivalente
e voglio finire in ferma attenzione
per la foglia passata dal fuoco mortale
per quella farfalla spillata su Havel
per il gatto appeso dal collo all'altare
io voglio abbracciare profondo e grave
il mio tribunale
che solo d'affetto ci si potrà salvare.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


lunedì 22 ottobre 2012

UNA CANZONE

Il giorno s'è negato
ai fuochi accesi sotto
coperta inospitale
bombardano a colori
fosse possibile
paludi

traccianti nubi in onde
rigurgitano i cieli
viola e d'amaranto
non nebbia la coltre
pure ad occhi chiusi
si vedono

qui sopra a fianco
dentro e  fuori
mulinellano sentieri
s'aprono costati
pulsanti ancora vite
estreme

odio
di piaghe
su schegge
i vetri
fondono
in luce
bianco il calore
di stelle
recise
in mezzo ad erbe
per me la prima volta
fermo
distante
scisso
l'orizzonte
le tonalità
mai viste prima
spettrano

Il giorno s'è negato
a carni accese sotto
scollata ormai Santiago
tempestano a pigmenti
fosse possibile
impasse.

Respiro

Lucio Galluzzi
C2012CCL








sabato 20 ottobre 2012

ASTENERSI PERDITEMPO

[Istruzioni per l'uso: prendere fiato, cominciare a leggere senza inspirazione/pausa ulteriore, proseguire fino all'esaurimento della boccata d'aria, inspirare velocemente/pausa, riprendere, così arrivare alla fine]
-
La delizia
infinita
dell'essere scantinato
gittato del cemento armato
ancorato all'anima calcestruzza
sepolto
senza croce
anonimo
al sotto dei piedi metropolitani
finalmente sordo
muto
nella certezza stantica
che manco
alla fine pure al me stesso
benedetto al non intervento
mai più
partecipe
a questo sociale
che mi vomito da anni
sul bavaglino
benvenuto pure al ginecologo
rabdomante tra le mie cosce
divaricate
che glielo offro il credo
se lo fotta
pure.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 17 ottobre 2012

PRORASO


Mi appaio spesso
quasi giornalmente
puntuale
su roseti
glielo chiedo sempre
alle spine
non limitatevi ai piedi
vogl'essere Madonna
inchinata
a Bernadette
mi frega sempre la barba
quando dimentico
di farla.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


Si faceva l'amore
così come l'amore
che ti ama
solo te
col coltello svizzero
mi apriva
lentamente
spaccatura dopo l'altra
durava
per molto
l'ultima piaga non la cuciva
diceva
sorridendo
domani 
proveremo altre posizioni.
KAMASUTURA


Lucio Galluzzi
C2012CCL

MAREA

Senza ragione emetica alcuna
apparente
se ne uscivano i santi
dalla mia gola a truppe
li chiamavo uno ad uno
per nome e cognome
posizione o compito
ordinati s'inchiodavano ai muri
osservavo l'intonacata migrazione
come facevo da piccolo
con le suore a scuola
al vespro giornaliero
nascosto eppure in vista
in fila per due lente
pareva non compissero piedi
ero sicuro levitassero
allora
o usavano pattini
a rotelle di certo
era così sicuramente
i santi non camminano
e i bambini ci credono
ora che li ho lì tutti davanti
sfogo l'età del Senso
snocciolo i desideri miei
li chiamo uno ad uno
per nome e cognome
ma è solo nostalgia degli altri
ci sarà quel giorno
in cui sarò galleggiante
sull'Oceano
una minuscola goccia di rugiada
sul petalo d'una lenticchia brasiliana.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

lunedì 15 ottobre 2012

ARDORE

Piuttosto all'Inferno
che stare qui
a regger moccoli
per angeli senza sesso
se lo nascondono bene
tra piume rubate d'assassinio
d'uccelli morti causa loro
custodi alla portineria
postini che ti prendono
su tavoli di cucine troppo americane
t'accarezzano d'unghie
bisturi del cinque
sempre le stesse
non disinfettano mai niente
li hanno sì i denti
su più file aguzzi
rettilario anfibio di quel divino
tra un Nilo di fogna il limo
e carestia d'Occidente
canto il verbo del fuoco
lecco la lingua di vampa.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

lunedì 8 ottobre 2012

LA CAUSA

Abitiamo questo schifo di posto
all'insegna completa d'orchi
un'orribile distesa sconfinata
di paure e terrori
è il nostro mondo da sempre
identico ai noi stessi
che non abbiamo ritegno
pudicizia viso pulito da mostrare
mostri
noi tutti marea senza senso
o un magnete a giustificazione
inerzie abbandonate marce
lontani da onde anni luce
azzanniamo e soddisfiamo
le cantine piene di sangue d'annata
alla luce del vicino battiamo il petto
salutando con inchino e rispetto
ogni superiore dente arrotato
piegati per accogliere i rostri
mostri
nostri
non c'è più attesa ulteriore
d'appagare
io
senza minima valuta
torno alla Sorgente.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

domenica 7 ottobre 2012

SEN NO


Alla tavola smeraldina seduto
come sempre ho fatto negandola
ho mangiato rimorso
boccone dopo boccone
assaporando il gusto sottile
della disfatta preziosa
la debolezza in trionfo
è la Via
in abbandono pensato
colma traboccando
la Chawan.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

venerdì 5 ottobre 2012

LUXFEROFERSTULILATUMFERRE

Oggi si potrebbe nullaostare
anche per solo qualche attimo
d'urlare a perdifiato contro
pure con gesti di mano e braccio
il vostro dio spietato scenderlo
come mai fu fatto
mai
senza croce e passione
figurarsi delizia
condurlo palpebre incollate aperte
d'obbligo
in mezzo al Mal creato
negarlo d'ogni potere
portargli le madri tutte
aperte al ventre
eviscerate
dai chierichetti di guerre sante
tutte quante
mettergliele davanti
Madonne vere
a servirgli senza un sorriso
bile colma nei calici ferrosi
prenderlo legato ai polsi
condotto senz'appello a quelle anime
piccole di poche piume ancora
i Bambinelli negata mangiatoia
al buio
presi dai suoi Signori
tra porpore e ori tanti
le carni d'Angeli allo spiedo
divorate Santa Maria
battipetto liberatutti
stenderlo senza pietà
nei sepolcri d'Aleppo
in contenzione tra i suoi figli
e scorsoi senza saponi
di Satana turbantato al nero
Oggi davvero si potrebbe nullaostare
la disumana Comunione
mandarla a cagare.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


mercoledì 3 ottobre 2012

ALLELUJA

Sai ti voglio talmente bene
talmente tantissimo
molto di più di quanto immagini
che nel bel mezzo del tuo sonno
da tempo e tempo che è
ti spaccherei la faccia
non solo a pugni
non basta
profondamente desidero
l'atto
umanissimo atto
infilerei mani e avambracci
in metalli fatti apposta
per meno fatica
ridurti quel viso merda pallida
in poltiglia
almeno c'è colore
quel rosso che hai lasciato
solo
solamente
nella porpora corneale
del dormiveglia perenne
e giù a più non posso
sfoderarti il ventre
farti sputare i denti
anche finti
smembrarti mascella
martellarti rotule
giocarti le cartilagini
strappare a mazzi
i capelli
e so che non ti sveglieresti
n
e
m
m
a
n
c
o
di stupro non modesto
proprio no
che tu sia pira
maledetto pure Pitagora
l'igneo e ogni altra atomica
darti fuoco alle coperte
stando a guardare
curioso io
il mio
io
in attesa del tuo saltare in aria.

In finale cremisi
Alleluja!

Lucio Galluzzi
C2012CCL






martedì 2 ottobre 2012

ASSUNTA

S'intuisce dal suono continuo
nel sottofondo di questa gravità
l'Acropoli che siamo
non per errore calati
in questa preistoria attuale
altissime le colonne sui capi
ci fermano ci abbassano
coturni piombi per calzari
mai a misura limitano i salti
eppure si scala la verticale
gradino dopo costone e dirupo
che vuoi che siano ottomila metri
se Giganti alla fine della valle
mostrano denti in preghiera
a nuvole reclinanti in chioma
ed è un Paradiso di Terese
collisioni danzanti tra un valzer triste
e i larghi del vento calmo
sulle cime dove sventolano campane.

Lucio Galluzzi
C2012CCL




lunedì 1 ottobre 2012

LA RIVOLUZIONE

E' proprio nel guardare il Sole
sorridendo interno abbagliato
seguirlo dal primo calmo lampo
fuori all'orizzonte viola del mare
quando ancora nessuno si riversa
a interrompere la mistica fragranza
vederlo maestoso salire immobile
eppure alzarsi fino al compimento
giocare d'acque e pennelli veloci
nella sfera che mi appartiene
arrivare quasi ai miei piedi
e mi ritraggo potrei sporcare.
E' proprio nel non voler rientrare
in attesa dei rossi aranci sanguigni
incendio benedetto d'animo comune
che il cuore punta certo
al rame fuso di dio fino alle sabbie
uguali all'origine del luminoso per tinta
e vorrei esserne elemento
nient'altro che quello
un periodico in tabella d'amore.
E' proprio quando è andato
per altre tele in aurora pronte
attendo il rabbuiarsi mai stanco
il manifesto della sorella riflesso vivo
di quell'argento mercuriale magnesio
m'appare quanto era già negli occhi
io mi vorrei lichene d'Artico.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

venerdì 28 settembre 2012

SEMAFORICA

C'è chi sulle panchine a ridosso di pubblicità
dietro tabelloni tenuti insieme da ruggini e carta smorta
radi capelli bianchi perché la tinta costa troppo
la pettinatrice di più il barbiere cinese lontano
sottovoce racconta a una sconosciuta lì per caso
i malanni dell'animo che non ce la fa a camminare
ricorda una confessione quell'istantanea cattedrale
nel frattempo dal cambio di colore di un semaforo
alla prima ingranata è sembrato un intero secolo
il viso bianco del mare che non vede da chissà
anemia di quell'età che si toglie tutto e di più
centesimo dopo centesimo anche il latte
e il pane ormai è un lusso che neppure i giovani
se ne stava in lento dondolare il busto con una borsa
vuota come assente era il tutto intorno
foderata finto jersey quella lanina elastica
approssimativi colori non più da scegliere
obbligati e solo quelli lavi stendi e non stiri
presi tra la bolgia che assale il banco del tuttotreuro
non si cambia la merce signora
quello che ho è lì cosa vuole di più prenda e vada
scucita all'orlo penzolante dalla seduta
si mette a posto una ciocca opaca
barba di mais immersa in varechina a lungo
l'altra la sconosciuta lì per caso che fa finta
annuisce non sente una sola parola
al portare indietro la mano dai capelli canapa idraulica
un piccolo lampo all'anulare disarticola l'attenzione
il raggio di un Sole improvviso diverge in iride completa
dal solitario piccolo eppure splendente.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

giovedì 27 settembre 2012

ZAFU


Sospensione infinita
allontanata esponenziale
di diedi in dieci dalla Sorgente
più distanzi l'Origine
maggiore l'effetto profondo
parossistica micronizzata
precisamente scoccata al centro
esitazione zero
sei la freccia e bersaglio
tutto in quell'Uno
la stessa identica cosa
se per caso un alito decolla lieve
la farfalla sull'ultima foglia
trascende il materiale
si spoglia delle tegole sue
in pioggia solenne
ordinata
decadono sul tetto
del prossimo Tempio a venire.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


martedì 25 settembre 2012

SIBILLA

Intanto il nero avanza
in quella procedura nota
all'insonne abat jour
ristretto negli illusi fotoni
quei cretini balzellanti
trottolette convinte
truccate veloci falene
destinate a plafoniere
fisse
è assalto continuo tra loro
l'uno agguanta sicuro
gli altri dispongono dio
frazionato millesimale
nella corda del basso
fino alla caviglia scappata
tra somiere e cime di faggio
fisse
occorre trattarlo come si deve
obbligo del pilota
lasciare l'udito in pena d'ascolto
su quelle scale a occhi chiusi
frequentare i pedali
a cucchiaiate in sordina
quasi non toccare le anime
fisse.


Lucio Galluzzi
C2012CCL

lunedì 24 settembre 2012

TAGLIO AMSTERDAM


Eppure senza dubbio d'ombra
risuonano ancora le valli d'oltremare
blu intense calate foreste
ondeggiano ritmiche ai venti liquidi
mai ferme in sonno neanche assopite
di minimo inaspettate risorgono
magnetica Selene evocate
s'adagiano mutazione ofidica
com'abbandono dermico
stranamente similianti
a verdure quotidiane
risacca materna l'onda
al primo Sole diamantina.


Lucio Galluzzi
C2012CCL

sabato 22 settembre 2012

CANTO D'AMORE

Daniele veniva tutti giorni a studiare a casa mia.
Faceva chimica industriale ed era campione di pallavolo nella squadra della sua città.
Diceva che nel soggiorno trovava quella pace e calma che mai aveva sentito in altro luogo.
Io ero al primo anno di Liceo.
Lui preparava gli esami disteso sul divano, io maledivo Lucrezio sul Perelli al tavolo rotondo in palissandro.
C'era anche Paolo che il sabato mattina, ogni sabato mattina, passava a trovarmi.
Pure lui sentiva in soggiorno l'energia positiva.
Si addormentava senza accorgersene e si abbandonava tranquillo.
Più volte comunicava che lì, in quell'angolo, vicino ad una poltrona ci si sentiva come in un tempio sacro.
Daniele viveva in Emilia, però sistematicamente tornava nei suoi luoghi di origine, appena arrivava mi telefonava e 'fissava' le sue sedute di studio da me.
Mi raccontava molto di lui, forse anche troppo.
Ma era bello ascoltarlo.
In Emilia abitava di fronte ad una azienda alimentare che trasformava anche carni: era certo che con la sua laurea sarebbe finito a lavorare lì.
A volte si metteva alla finestra a guardare i carichi che arrivavano alla ditta.
Una volta vide un camion scoperto, pieno di frattaglie e altri resti animali, sopra al mucchio c'era il cadavere di un asinello, ormai verde bluastro per la putrefazione.
Non c'era alcun problema: usando nitriti e nitrati giusti, aromi artificiali e altra chimica, le carni sarebbero ritornate rosa, anche rosse, saporite poi messe in scatola con la gelatina.
Non la dimenticherò mai questa cosa dell'asinello.
Mi accompagnerà per tutta la vita.
Ogni tanto riemerge, la visione, d'improvviso.
Come successe quando vidi il Querelle de Brest di Fassbinder.
Nel preciso momento nel quale Jeanne Moreau cantava Wilde... "Each man kills the thing he loves", eccolo: l'asinello!
Chissà poi perché gli umani troppo umani si meravigliano così tanto di quel fenomeno naturale che chiamano "presagio".
Li ho mai capiti.
Continuo a non capirli.
Si stava così bene nel mio soggiorno, c'era quel senso di pace, introvabile altrove, un Dojo, un tempio, un tabernacolo, una giusta vibrazione per il cuore d'anima pulsante.
Si stava veramente bene.
Non fu un caso [le coincidenze non esistono, neppure i destini e le sorprese dell'esistenza] che arrivarono Unni, Visigoti, Attila vari, tutta la famiglia Borgia coi veleni, Vampiri fin troppo noti, buchi neri a succhiare quello che c'era in quel soggiorno e in me.
Gli assassini erranti d'amore cercano proprio posti così.
I cannibali stregoi vogliono prede precise.
Non mollano fino a quando non ti hanno dissanguato e tutto il tuo è passato in loro.
Non se ne vanno neppure quando sei in agonia: vogliono tutti gli organi interni.
Non fu un caso che quell'asinello e Jeanne Moreau erano mantica, precisa, netta.
Fu devastato il soggiorno.
Crollò tutto, pezzo dopo pezzo, ma nel tempo.
Ogni maceria me la porto addosso, sono i miei tatuaggi.
Diventai vacca al macello, con tutti i miei tagli di carne segnati col pennarello indelebile del beccaio.
Intorno ho gelatina succulenta.
Non so di che marca sono.
Sulla lattina non ci sarà un'etichetta di quelle costose, lo so con sicurezza.
Manco sono esposto in un supermercato normale.
Sottomarca al risparmio in un hard discount.
E siccome il Karma gira ed è matematico nella scienza del suo colpire, ci sarà un altro amore che mi comprerà, mi concerà per le feste, con pomodorini, cipollotti, olive taggiasche, cubetti di provolone e quella meravigliosa glassa di aceto balsamico.
Mi mangerà infine.
Povero maledetto l'amore degli umani troppo umani cannibali; divorano la carne in scatola e non  smettono di dirgli: "ma io ti ho amato, ti amo ancora" e dilaniano senza tregua.
E siccome il Karma gira ed è matematico nella scienza del suo colpire, gli stragisti del cuore non sono mai intelligenti, le vacche in scatola a volte s'incazzano anche:
ero botulino puro.
Mortale.
Manco una fottuta ruga gli ho tolto.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


martedì 18 settembre 2012

T'AVESSI AVUTO

Chi glielo dice adesso al cuore di Fallot
che bello come un sole in pieno sereno
se n'è andato uscendo dal diario sui muri
di un bagno bambino solo già bruciato
cenere d'occhi sempre cerca di volermi bene
non lentamente mai è disonorevole
meglio il fucile quello a pompa
che questo tutto pieno di niente
colmo all'orlo e si può ancora di più
riempire la vita del vuoto cavo
e sangue senza difesa
senza difesa
il sangue
baciare poi chi incontri ognuno
fa male e mi riporta indietro com'ero
odio mia madre che odia mio padre
odio mio padre che odia mia madre
mi odio perché vogliono sia infelice
fischiettavano qualsiasi cosa
da bravo io rifacevo ancora meglio
la calopsite di casa in gabbia
ah che bravo bambino biondo
è biondo come la sorella
ma suona di delizia
suona forte più forte ancora di più
amo troppo la gente non amata
di quel troppo che non si può essere amati
la sento dentro quella moltidudine
on Kyoto lunatics waiting for Zen
io sono lunatico non aspetto
ho sette anni non di più ora
che dico non lo so quanto ho
niente di certo.
Chi glielo dice adesso al cuore di Hales
che il bello più bello del sole d'Antardide
e lì nella serra che pare dormire
dormire pare nella serra ed è lì
mi farà da altare scrive.
Quando un bambino vede un bambino morto
non parla non grida non piange
diventa culla.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

lunedì 17 settembre 2012

VIOLE

E' successo
che non è successo niente
come mai memoria ricorda
nulla
inutile ogni qualsiasi richiamo
vuoti gli urli nel sonno
cataplessia in atto unico
d'amore
è tutto quello che resta
un semplice disturbo
una esagerazione normale
eccedenza
esondazione dall'argine
neurovegetativo
simpatico l'impianto d'irrigazione
perenne
giù in fondo ai piedi
calati nella terra
non radicano
spararsi decisi qualche dose
perclorica
giusta mirata ai sesamoidi
e restare in desinenza assente.
E' successo
che non è successo niente
seppure per tutto il giorno
i papaveri suonarono viole.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



sabato 15 settembre 2012

LA MERDA DEI POETI

Proprio nel cuore di questa notte lunga
nel mezzo di uno dei soliti misfatti sessuali
così come monitorizzo orto e clino statica
ho dovuto d'obbligo pesare la mia anima
rituali routine timeline mantengo l'erezione
o la mollo per un poco perché il sangue pesa?
Chissà perché non ci spiegano mai da piccoli
lasciano a noi soli la frequenza delle caverne
le viscerali senza mito o auriga di sorta
non si deve non si può non si addice
farfallina bella bianca vola vola e mai si stanca
vola qua vola là poi su un fior si poserà
non avevo piume di comparazione
ché agli angeli presenti se le stacchi s'incazzano
altro che no! Scobaltano, t'istantaneano,
ti spediscono dritto in posa al tuo S'ignore
soprattutto dritto
ma io avevo mollato l'erezione
su quello con c'era dubbio.
Meglio i tomi dei grandi parolai di dio degli altri
come metro di misura o la merda dei poeti
uno Schopenhauer unito a qualche altro rim[m]atore
- voglio sentire come la leggi questa! -
sul piatto della bilancia e all'altro, in vista, nudo,
il mio fiato pesava oltre immaginabile moto personale
tanto che si ruppe la bilancia
non la mia psiche, quella malefica tradisce sempre,
non si disossa mai.
E venni come viene qualsiasi animale
squinternandomi.


Lucio Galluzzi
C2012CCL








venerdì 14 settembre 2012

LA QUINTA MALATTIA

Non importa
non c'è sustanza
nego anche l'evidenza
ogni plausibile vista
dei tabernacoli consacrati
ignoro particule
per ogni angolo
anche sperduto
pure spergiuro
sono
e
soddisfatto mi cullo
nel dondolìo estremo
strapiombo
tra catene conosciute
d'altalene e monti
similcopie
in questa vita ebete
d'ignari portatori sani
d'affetti assediato
ormai
da millenni
mi cade sul cotto Giovenale
appena incerato rosso
tra fughe e procelle
pensano a tempeste
gl'idioti mostri
intorno.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


giovedì 13 settembre 2012

PURPURIAL

Esplode
l'azzurro
d'improvvise perle di giada
quelle imperiali
come passare tra fori
d'un colino in fiamme
versato su zucchero in zolla
l'assenzio
ricorda il prato
appena bagnato
di notte serena
è il profumo d'un confetto
flambée
quello che fonde
il mio inguine assolato
restituisce piaceri contrari
mai sì avvenuti
quei fatti presi scorpionati
autoimmuni
strofinarsi cheratosi
illusi d'esser cicale
e cantare felici
i Demoni d'amore
zoppo.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 12 settembre 2012

PAOLO

Pulsano ancora di vita
i gigli a Damasco
nei campi di sterminio
nutriti a nerofumo
tanto che tappeti nomadi
stesi con attenzione
nel mezzo del disastro
sono passatoia eterna
verso la Via senza più segno
non c'è cavallo arabo
ad irritarsi di schiena
assenza di caduta stavolta
lo si sappia chiaro
quello che un tempo era Luce
ora nascosto è diagonale
oltre penombre
regna in apparente barbarie
al buio
raccolto
ad infilare la mano
in quella nebbia di pesa reale
pensi al suono
almeno
di un lieve sospiro
tra frammenti di vetro
spostati tra loro:
è silenzio ormai.


Lucio Galluzzi
C2012CCL


lunedì 10 settembre 2012

MUMIAH

La Bellezza appena vista
quella apparsa due attimi fa
sparata di fotoelettrica
dai cancelli di Pietro
è solo un minuto barlume
d'inizio del terrore più fondo
piombi ortopedici tutori
dell'ordine carnale previsto
mi trascinano solo in orizzontale
da un punto di fuga all'altro
senza un credo
io ne sono felicemente sprovvisto
se solo provasse a stringermi
nella sua Assenza
mi terminerebbe.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

domenica 9 settembre 2012

LA VIA LATTEA

A che punto è che è la tua Notte?
Non si parla
non è ammesso
lontani sempre
desidero forte strumenti
atti
di dolore
punte al cobalto
precise
a deflorare l'Architettura
quella cattedrale
che sta intorno
a questo essere mio
che non è stato mai mio.
A che punto è che è la tua Notte?
Allora c'erano ancora sentieri
traccianti
fosfori
i cieli
e fantasia d'astronavi
si giocava a partire per sempre
per sempre
a partire
infilavo la lingua
tra i poli della batteria
la scarica era segnale
radar
senza mani a premere
girava pazza
la trottola sei suoni
luminoso personal UFO
usciva Bach da quei fori
organo a canne
quale toccata
e non fuggivo
mai.
A che punto è che è la tua notte?
in questo vortice canicolare
senz'acqua di scorta
o ruotino
poco stupore
anzi niente
depilano rose
meticolosi
e spingono di lombi
cosce
iliache
dentro
contro l'imene
che i pianeti tutti
la legge del cosmo
stanno a un palmo
sotto
l'ombelico
la Via Lattea si perde
dentro un lattice annodato
gettata nel buco nero
del cesso di casa.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

venerdì 7 settembre 2012

EXANIMATIKA

quasi non percepito
il battito dei polpastrelli
all'inizio per caso
d'ogni atto d'accusa
comincia con lettera minuscola
come i tuoi occhi vedono
all'inizio per caso
ritorna daccapo
è similritornello chiuso
in quella piccola scatola
nella schiena di bambola
che a pancia in giù
risollevata poi vagisce
a ricordo di una vacca
poco prima del colpo
al centro della fronte
stramazza al suolo
all'inizio per caso
quasi non percepito
il battito dei polpastrelli
sulle ali frantumate
di una farfalla spillata
crocifissa al velluto verde
un poker perdente
alla periferia
sul tavolo da gioco
di Vostro Signore
il Macello.

Lucio Galluzzi
C2012CCL






giovedì 6 settembre 2012

DEXON

Quando abbiamo aperto la finestra
non per caso fortuito io ero già fuori
contro quel cielo vetro di fabbrica
finto come tutto quello che fa la Macchina
steso senza una increspatura o bolla
quasi non mi si vedeva quasi
dentro gli occhi e ogni parte
della generica apparenza tua
al di là del telaio erano danno
erano solo danno
la perfezione è una bestemmia
lo so bene bevendo da bicchieri malconci
reclino indietro il capo obbligato
senza respiro in dovere di guardare
la marca impressa sotto.

Quando abbiamo aperto la finestra
non per caso fortuito io ero già fuori
con le labbra cucite alla lingua
sibilavi "ma io ti amo".


Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 5 settembre 2012

INVERNI

Mi lascerei calato
nella stupendità
di questa bassezza
assoluta
al fondo del fondo
nella segreta cantina
ferrata di un seriale
preciso come il rasoio
che agita la luce
sulla punta della lingua
di un Lucifero
prima Stella alla notte
accesa
sulla scala discendente
quali note
mai condivise
s'abbassano nelle viscere
organi
interni di questa terra.

Mi lascerei
abbandonato
nel tepore di questo Male
ch'è già più dolce
di molto
d'ogni meccanica
morta umana.


Lucio Galluzzi
C2012CCL



martedì 4 settembre 2012

FENRIR

Ondeggiano daffodils
di perdenti colori
sbiaditi
virano
al vento per niente tiepido
smutano
improvvisi
che se non fosse per campane
di un'abbazia accanto
senza nome
sarebbe maledetto romanticismo
invece
si presenta
di quella scura materia
pre cicatriziale
i te stessi
in molteplici
simili
quello dalle pupille verticali
con artigli
non usi a liuti
ti passano sopra
è un'estasi
il Sole al suo vespro.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



sabato 1 settembre 2012

SLA

Di quell'Amore
che solo noi si sente
anche sordi totali
non importa
ma grida sempre
più forte
Dello stesso uguale
il nome
ormai bestemmia
ai troppi tanti tutti
che lo si parla
trattandolo
come spesa obbligata
al sabato del discount
Di quella carezza
chiusa ai brefotrofi
senza padre e madre
parente alcuno
a chieder visita
diventa mano e basta
fredda
SLA
Di quell'Amore
scombinata giocata
sistemone
hanno
sempre
le
scarpe
slacciate
i calzini spaiati.


Lucio Galluzzi
C2012CCL

lunedì 27 agosto 2012

UNA FORMICA

Siccome non sapevano
d'altre stragi portate prima
da padri e madri loro
quel tempo che erano Olimpi
scesero colpendo foreste e valli
vertigine profonda aperta
precipitandoci ogni battito
d'ali e cuori le creature tutte
laggiù
lasciate sfinite
dai sottili canali di fiumi personali
i corpi schizzavano plasma
in diversi colori misti a rantolo
da questa parte di Pianeta finito.
Chiude la persiana
verde di fresco verniciata
la mamma di Alberto
sul davanzale
al sole
una formica.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



sabato 18 agosto 2012

MESSAGGI

Gli arcangeli
necessariamente
occorrono duri
le ali nascoste ad arte
per confondersi tra non puri
colpiscono forte
di bellezza lampeggiante
la spada esposta
Ah! Stupidi piccoli noi
che passeggiamo disattenti
usiamo orologi e paura
e loro non hanno il tempo
d'invecchiare
e loro non hanno il senso
dello scappare
li pensiamo sogni già sognati
il sonno ch'è pensiero
la sveglia inopportuna
è vietato a chiunque scriverne
ma i poeti bestemmiano
ogni volta che rigurgitano
il vomito fumante di Dio.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



mercoledì 15 agosto 2012

MANTRA ELETTRODOMESTICO

Nella linea lontana che separa
l'alto da questo basso
è progredire il viaggio
iniziato zoppicando
migliaia or sono fa
non c'è andare
neppure tornare
il rincasare assente d'armoniche
ormai.

L'ottava superiore
tra una nota e l'altra
rilasciata
in astensione d'atto
vibra circolare come orbita
suono perenne d'astri
quando apparente smette
è lì il salire Verticale.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



lunedì 13 agosto 2012

पु

E' nella notte
che non la puoi dormire
più
da allora che ti sei morto
addosso
da solo
neppure te ne sei accorto
come potevano quegli altri
vederla
si ballavano in testa
a mazzi uniti di fasci
tutti insieme
non un germoglio
o bocciolo.

E' nella notte
che non la puoi passare
più
come notte e la fai giorno
e il giorno diventa sonno
che è al buio
nel silenzio
ti filtri l'anima
benedicendo un po'
solo un po'
l'Aurora
E' quando non lo vedono
che il poeta
si vomita
del suo meglio
un'espirazione lunga.


Lucio Galluzzi
c2012ccl

lunedì 16 luglio 2012

FATMA

Mira il tuo popolo
o bella Signora
che pien di giubilo
oggi t'onora
ieri venduta al Tempio
adolescenti le carni
sotto denti pialla
legno per cofani
di vecchi andati sottoterra
senza parenti e pecunia
oggi sotto il sole
di Pazuzu africani
vestita costa niente
recuperati Humana
ciabatte piedi sporchi
stracci per capelli
impastati
sudori forti
correvi da un parcheggio
e carreli di merci scaricate
veloce
dammi qualcosa Signore
anche poco
ma
dammi
qualcosa
non era maggio
non c'era roseto.
Mira il tuo popolo
o bella Signora.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


mercoledì 11 luglio 2012

Anachōreō



Si giocavano le pietre
quel tempo
all'inizio
non c'era altro
per i piccoli
al pascolo
un battito di palpebre
e sparivano
nella scia potente
infinita
del lanciafiamme di dio
perché dovevano dirlo
da sempre
fin dalla notte del Tempo
che il signore era buono
infinitamente di grazia
tutto pervaso
pieno
salivano assunti
i cuccioli al cielo
glauco vapore diascetico
si guardava da sotto
quella nuvola.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 27 giugno 2012

MATCHA TRE SETTIMI

E' come quando rovinano
implodendo nello stomaco
le pareti minerali delle tue montagne
i massi fin troppo conosciuti
maceriano in basso
colpi pesanti al digestivo vuoto
altro che farfalle!
E' esattamente così che scolora
diluito omeopatico il senso
dell'essere in qualsiasi luogo
intorno tutteliminato
dark velvet night a mezzogiorno
anche il Sole appare insignificante led
debole segnale di non sai cosa perché.
E' così sempre più spesso
scivoli lontano dai tuoi io
non più tuoi sempre meno tu
e innumerevole altro scalibrato
io che non sei più nemmeno sé
in me a farmi un tè
mandandomi a te di me.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

mercoledì 13 giugno 2012

HETEROPHYESTIA


Platelminta.
Questa mia non più patria
macello a cielo aperto
crosta necrotica
sala d'aspetto crematorio
anticamera funebre
greggi d'idioti
eserciti brucanti
chini
abbandonatisi.
Nereide.
Ormai ridotta
di stivali SS
spiacciccata
spiaggiata
spenta completa
assiderata
disidratata
questa mia non più patria
paese d'abuso finale
si strangoli e finisca
completa di maledette genti
tutte.

Lucio Galluzzi
C2012CCL