Sta diventando un'abitudine obbligata.
Non voglio dare nell'occhio all'occhio.
Sarebbe preferibile la trasparenza per me.
Una sospensione priva anche del movimento.
Essere teletrasportato da un posto all'altro senza immersione nel giorno.
Anche la notte.
Dovrebbe sparire pure l'aura personale.
Nessuna traccia.
Esistere nell'assenza.
Mancare ad ogni tipo di volontà.

Come il prodotto top mandato dalle commerciali e mai sugli scaffali.
Che è così che ci conduciamo per difesa estrema.
Negli ultimi attimi eterni di questo fastidio popolato da falene inutili.
Echinodermi svuotati senza più odore.
Quelli che deambulano senza un perché non hanno tempo.
Credono solo nella fila uno dietro l'altro.
Manco s'inculano più i maledetti.
Occupano la morte estesa imbellettandola dei propri livori.
Ridono rumorosi si agitano sono continuamente affamati.
Non di cibo.
E' la guerra.
Ti scoppiano bombe al cuore tanto l'ha fatto nessuno anche se visto.
Io non sono stato dicono.
Dicono per modo di dire.
Hanno perso l'uso della parola si capiscono solo fra consimili.
Ti viene la voglia d'omicidio immediato senza preavviso o minaccia.
Dargli un senso di umano sfregio farli sanguinare piagarli.
Divorargli quello schifo di anima che esibiscono la domenica.
Servirebbe a niente.
Subito dopo a tradimento dietro le spalle chi ti ama t'azzanna e ti beve.
Fino all'ultima goccia t'ama.
Sono malati di quella infezione finale che manco Romero saprebbe raccontare.
Così abbasso sempre di più lo sguardo mentre cammino.
Senza dare nell'occhio all'occhio.
Lucio Galluzzi
C2012CCL