Non si parla
non è ammesso
lontani sempre
desidero forte strumenti
atti
di dolore
punte al cobalto
precise
a deflorare l'Architettura
quella cattedrale
che sta intorno
a questo essere mio
che non è stato mai mio.

Allora c'erano ancora sentieri
traccianti
fosfori
i cieli
e fantasia d'astronavi
si giocava a partire per sempre
per sempre
a partire
infilavo la lingua
tra i poli della batteria
la scarica era segnale
radar
senza mani a premere
girava pazza
la trottola sei suoni
luminoso personal UFO
usciva Bach da quei fori
organo a canne
quale toccata
e non fuggivo
mai.
A che punto è che è la tua notte?
in questo vortice canicolare
senz'acqua di scorta
o ruotino
poco stupore
anzi niente
depilano rose
meticolosi
e spingono di lombi
cosce
iliache
dentro
contro l'imene
che i pianeti tutti
la legge del cosmo
stanno a un palmo
sotto
l'ombelico
la Via Lattea si perde
dentro un lattice annodato
gettata nel buco nero
del cesso di casa.
Lucio Galluzzi
C2012CCL