i gigli a Damasco
nei campi di sterminio
nutriti a nerofumo

stesi con attenzione
nel mezzo del disastro
sono passatoia eterna
verso la Via senza più segno
non c'è cavallo arabo
ad irritarsi di schiena
assenza di caduta stavolta
lo si sappia chiaro
quello che un tempo era Luce
ora nascosto è diagonale
oltre penombre
regna in apparente barbarie
al buio
raccolto
ad infilare la mano
in quella nebbia di pesa reale
pensi al suono
almeno
di un lieve sospiro
tra frammenti di vetro
spostati tra loro:
è silenzio ormai.
Lucio Galluzzi
C2012CCL