Attaccàti alla vita bassa
gemellini s'imitano
per ogni loro non fare
uno infiamma ceri
attento li dispone
ad illuminar salma
dell'altro
c'accende a sua volta
tutte le volte
nessuna esclusa
moccoli
a candelabro regge
delle luminarie
il culo
l'avanzo
dell'anteriore veglia
e s'amano così
com'è vantaggio
il convenire
di tacchi a punta
sempre i due
congeneri corrispondenti
battono la stessa lapide
non barbari con barba
a disturbar Flamenco
Lucio Galluzzi
C2014CCL
domenica 7 dicembre 2014
SENZA TITOLO PERSONALE
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Odio questi cantanti
i rumori che fanno
il disturbo della quiete
mi provoca fastidio il ritmo
le cadenze sempre le stesse
Odio tutti i vostri libri
la cultura nei banchi
i totem con i quali v'inculate
o infilate per piacere
il vostro amore malato
le orticarie che provocate
lo spazio che occupate nell'aria
Odio i vostri odori
i sapori che lasciate in bocca
convinti di baciare
invece è merda pure vecchia
il vostro sonno perenne
il fatto che vi svegliate
sarebbe bello sapervi
veri come siete
infinitamente inutili
marci e devastati
Odio tutti i passi che fate
a sporcare le Vie
le frasi usate a imbellettare
il masticar le carni
sentirvi sempre assolti
il tacere mai
considerarvi attivi
Odio voi e i vostri amici
che poi siete voi stessi
moltiplicati in male e peggio
e mi fa terrore il fatto che a voi non fa
terrore
questo terrore
ripugna siete
senza lotta alcuna.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
Odio questi cantanti
i rumori che fanno
il disturbo della quiete
mi provoca fastidio il ritmo
le cadenze sempre le stesse
Odio tutti i vostri libri
la cultura nei banchi
i totem con i quali v'inculate
o infilate per piacere
il vostro amore malato
le orticarie che provocate
lo spazio che occupate nell'aria
Odio i vostri odori
i sapori che lasciate in bocca
convinti di baciare
invece è merda pure vecchia
il vostro sonno perenne
il fatto che vi svegliate
sarebbe bello sapervi
veri come siete
infinitamente inutili
marci e devastati
Odio tutti i passi che fate
a sporcare le Vie
le frasi usate a imbellettare
il masticar le carni
sentirvi sempre assolti
il tacere mai
considerarvi attivi
Odio voi e i vostri amici
che poi siete voi stessi
moltiplicati in male e peggio
e mi fa terrore il fatto che a voi non fa
terrore
questo terrore
ripugna siete
senza lotta alcuna.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
RIMARGINAZIONE
Che poi il poeta
lo senti troppo uguale a te
è blasfemia
non ci capisci un cazzo
non leggerlo
è fatto d'altro Mondo.
Spezzati il pane
versati il vino
il sangue suo.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
lo senti troppo uguale a te
è blasfemia
non ci capisci un cazzo
non leggerlo
è fatto d'altro Mondo.
Spezzati il pane
versati il vino
il sangue suo.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
L'INFINITO

Quando passi tra la notte
trattenuto nei pochi fotoni
ancora liberi
in mezzo ai fumi dell'Idea
voluti a spirale
senza manifesto confine
sembrano galassie
e forse lo sono.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
martedì 2 dicembre 2014
LUNARIO
Eddai che sforno il mio calendario approssimativo
senza disturbo in piena quiete salto le feste sgarbato
essere stufi del ripetuto giornaliero ciarlìo aeternum
lingue che non conosco più non voglio più conoscere
ne parlo da secoli un'altra tutta mia a me che si conviene
quella Forma fatta lingua morsa per non dire più
agli idioti disseminati in ogni dunque rappresi noia
i soliti liquidi sfuggevoli ragionamenti senza tema
non treguano e pipìtano 24/24 senza far uova
ma le mangiano cazzo come se le divorano tutte
non lasciano briciole ricordano le trincia pannocchie
nei cortili al puzzo novembrino misto a funghi malati
d'acido vino raffermo e ascelle mal lavate così è
non portano rispetto alle galline manco a dirglielo in cinese
Lo sto fascicolando il mio calendario approssimativo
tolti i santi radiati benefattori stinti varechina i savi
saltare con discernimento arguzia assennatezza e criterio
i Natali anche il mio l'Epifania di quel signore
strafottersene di ricorrenze e dimenticare tutto
tutto dimenticare proprio tutto assentarsi in repulsione
mistica ripugnanza manifesta affissa assunta
detta tutta d'uno sguardo losco torvo imperativo
negarsi il fissare per proprio degnarli mica
mai più dar calòma anzi sfalciargli l'erba e i piedi pure
senza carità calarsi pure cera nelle orecchie fitta
l'ultimo dell'anno il primo il post natività l'ascesa
per trasfigurato Amore tutto ciò conviene.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
senza disturbo in piena quiete salto le feste sgarbato
essere stufi del ripetuto giornaliero ciarlìo aeternum
lingue che non conosco più non voglio più conoscere
ne parlo da secoli un'altra tutta mia a me che si conviene
quella Forma fatta lingua morsa per non dire più
agli idioti disseminati in ogni dunque rappresi noia
i soliti liquidi sfuggevoli ragionamenti senza tema
non treguano e pipìtano 24/24 senza far uova
ma le mangiano cazzo come se le divorano tutte
non lasciano briciole ricordano le trincia pannocchie
nei cortili al puzzo novembrino misto a funghi malati
d'acido vino raffermo e ascelle mal lavate così è
non portano rispetto alle galline manco a dirglielo in cinese
Lo sto fascicolando il mio calendario approssimativo
tolti i santi radiati benefattori stinti varechina i savi
saltare con discernimento arguzia assennatezza e criterio
i Natali anche il mio l'Epifania di quel signore
strafottersene di ricorrenze e dimenticare tutto
tutto dimenticare proprio tutto assentarsi in repulsione
mistica ripugnanza manifesta affissa assunta
detta tutta d'uno sguardo losco torvo imperativo
negarsi il fissare per proprio degnarli mica
mai più dar calòma anzi sfalciargli l'erba e i piedi pure
senza carità calarsi pure cera nelle orecchie fitta
l'ultimo dell'anno il primo il post natività l'ascesa
per trasfigurato Amore tutto ciò conviene.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
sabato 22 novembre 2014
SARO' SANTO
Il bucato di già stracci
steso abbandonato marcio
i biscotti del mattino
molli zuppi d'acqua nel lavabo
Cristo inchiodato al muro
gocciola i pochi sbagliati amori
che mi hanno cotto al forno
senza un contorno
senza gli occhi
solo le borse
pesanti che tagliano le dita
maledire la strada e i passi
la tua comodità
la tua macchina cazzo lungo
il tuo cervello in merda
Io che credevo alla Fine
speravo nel Giudizio
glielo chiedevo a quel vostro Dio
più falso di Giuda
meno vero del Nulla
era che mi credevo alato
invece sto a terra sbattuto
tra le mani stringo la mia miseria
tutta avvolta in Luce
e Soli personali
Sono il mio stesso Euripide
bravissimo tra le virgole attente
a scrivermi il dramma.
Sarò Santo.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
steso abbandonato marcio
i biscotti del mattino
molli zuppi d'acqua nel lavabo

gocciola i pochi sbagliati amori
che mi hanno cotto al forno
senza un contorno
senza gli occhi
solo le borse
pesanti che tagliano le dita
maledire la strada e i passi
la tua comodità
la tua macchina cazzo lungo
il tuo cervello in merda
Io che credevo alla Fine
speravo nel Giudizio
glielo chiedevo a quel vostro Dio
più falso di Giuda
meno vero del Nulla
era che mi credevo alato
invece sto a terra sbattuto
tra le mani stringo la mia miseria
tutta avvolta in Luce
e Soli personali
Sono il mio stesso Euripide
bravissimo tra le virgole attente
a scrivermi il dramma.
Sarò Santo.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
venerdì 24 ottobre 2014
PICCOLI FIORI
Visitavo spesso l'arcobaleno
mai mi ero accorto dei suoi occhi
viola non le iridi ma le ire
di pugni sopra gli zigomi
risalivano la sclera rosso sangue
neppure la pioggia d'eparina
il bianco restituiva com'era
com'era
pensi che lo spettro sia per te
tutto pastellato soave donato
e quello invece lacrima di sete
certo ero di mio figlio indaco
poi fui figlio di mio figlio
del suo figlio e ancora di più
adagiato incosciente
tutti gli inizi di marzo
tra cuori verdi
raccolto dai bimbi
per farne mazzolino
di viole alle maestre.
E si rideva.
C2014CCL
mai mi ero accorto dei suoi occhi

di pugni sopra gli zigomi
risalivano la sclera rosso sangue
neppure la pioggia d'eparina
il bianco restituiva com'era
com'era
pensi che lo spettro sia per te
tutto pastellato soave donato
e quello invece lacrima di sete
certo ero di mio figlio indaco
poi fui figlio di mio figlio
del suo figlio e ancora di più
adagiato incosciente
tutti gli inizi di marzo
tra cuori verdi
raccolto dai bimbi
per farne mazzolino
di viole alle maestre.
E si rideva.
C2014CCL
giovedì 23 ottobre 2014
ALEX
Sentire tutte le armoniche del Silenzio
io sono assente trattengo il respiro
lo sfracellarsi di una foglia sulle altre
mi scaraventa fuori di me
non volevo finire sul parabrezza
era immacolato.
Chiamami quando non puoi più
raccogliere rose antiche
talmente ferite hai le unghie ormai
un segnale
acustico
Chiamami quando non puoi più
raccogliere rose antiche
talmente ferite hai le unghie ormai
un segnale
acustico
Chiamami quando non puoi più
raccogliere rose antiche
talmente ferite hai le unghie ormai
un segnale
acustico.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
io sono assente trattengo il respiro
lo sfracellarsi di una foglia sulle altre
mi scaraventa fuori di me
non volevo finire sul parabrezza
era immacolato.
Chiamami quando non puoi più
raccogliere rose antiche

un segnale
acustico
Chiamami quando non puoi più
raccogliere rose antiche
talmente ferite hai le unghie ormai
un segnale
acustico
Chiamami quando non puoi più
raccogliere rose antiche
talmente ferite hai le unghie ormai
un segnale
acustico.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
sabato 4 ottobre 2014
I Sogni
[da guardare prima di leggere]
I sogni sono logica
vettoriali matematiche pure
autosolubili osmotici
nelle acque dentro me
passano le pareti
navigano le Tre Madri
nulla da sapere
niente da applicare
algebra e formule
dimentiche agli occhi
che non sono Terzo.
mi dialogano
pensano da soli
quanto te li racconto
mai le parole rendono Grazia
a quel che sono d'inconsunto
le visite nel buio ignorante
mi svelano Giustizia
io che sono assassino nato
mai condannato di giorno.
I sogni ordinano rigore
e non c'è penna
registro colonne
partita doppia prece
attesa siringa
opalo d'euforia
Madonne psicotrope
Ineffabile neurolettico
a mostrarli come dovere chiede
senza commento alcuno
crudi e nudi
urge videocamera.
I sogni.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
I sogni sono logica
vettoriali matematiche pure
autosolubili osmotici
nelle acque dentro me
passano le pareti
navigano le Tre Madri
nulla da sapere
niente da applicare
algebra e formule
dimentiche agli occhi
che non sono Terzo.
mi dialogano
pensano da soli
quanto te li racconto
mai le parole rendono Grazia
a quel che sono d'inconsunto
le visite nel buio ignorante
mi svelano Giustizia
io che sono assassino nato
mai condannato di giorno.
I sogni ordinano rigore
e non c'è penna
registro colonne
partita doppia prece
attesa siringa
opalo d'euforia
Madonne psicotrope
Ineffabile neurolettico
a mostrarli come dovere chiede
senza commento alcuno
crudi e nudi
urge videocamera.
I sogni.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
giovedì 2 ottobre 2014
L'AFFEZIONE
Quante anime ti sono rimaste
in quelle polaroid incollate
mesi scorrono consunti
nella memoria
non ci facevo caso
i miei io sdirrupano
al di là da ogni orizzonte
soffi e umani s'incontrano
nei prati al di sotto poi
io mi butterei
dietro agli altri me stessi
attimo per attimo
stilla dopo stilla
le mie sorgenti ancora
ricascano
veloci
in fondo ogni atterrata goccia
è bacio lo stesso amore
infiniti crollano ogni secondo
dopo secondo le mie persone
senza di me
senza di te
nei muscoli e nelle mie ossa
Tu ci sei
scivolano tutti i fiori
incoronami da testa a piedi
incoronami così
nel mezzo pieno del Nulla
sospesi le menti in rugiade
che sono lago ora
colano a picco i Lucio
tutti insieme
molli Motori si spostano
sotto i miei tendini
ormai
Lucio Galluzzi
C2014CCL
in quelle polaroid incollate
mesi scorrono consunti
nella memoria
non ci facevo caso
i miei io sdirrupano
soffi e umani s'incontrano
nei prati al di sotto poi
io mi butterei
dietro agli altri me stessi
attimo per attimo
stilla dopo stilla
le mie sorgenti ancora
ricascano
veloci
in fondo ogni atterrata goccia
è bacio lo stesso amore
infiniti crollano ogni secondo
dopo secondo le mie persone
senza di me
senza di te
nei muscoli e nelle mie ossa
Tu ci sei
scivolano tutti i fiori
incoronami da testa a piedi
incoronami così
nel mezzo pieno del Nulla
sospesi le menti in rugiade
che sono lago ora
colano a picco i Lucio
tutti insieme
molli Motori si spostano
sotto i miei tendini
ormai
Lucio Galluzzi
C2014CCL
mercoledì 1 ottobre 2014
Pharmakòn
Dal non cuore di Corinto
finiva allora di quei tempi
l'Amore com'era stabilito
per secula seculorum
in porcili con erbe magiche
sminuzzato un caprone
riportatolo agnello
senza Pasqua
bollito somministrato
per sempre giovane
sarai per sempre
sempre sarai giovane per
fu così che il padre morì
d'atroci sofferenze
e piètas d'uno la sepoltura
bandita lontana la Ferale
altro che Borgia!
Per il non cuore di Corinto
era finito da tempo e tempo
l'Amore com'era d'arbitrato
ammantava la Nera di tossine
la stoffa chi la tocca muore
crepa se aiuta la vestale
roncolando dabbasso giù
figli e fede nuziale
s'impenna d'alati draghi e carri
celesti
di fuoco
s'apre l'Egeo d'Atene
al vedovo Euripide
vietare ogni bagno.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
finiva allora di quei tempi
l'Amore com'era stabilito
per secula seculorum
in porcili con erbe magiche

riportatolo agnello
senza Pasqua
bollito somministrato
per sempre giovane
sarai per sempre
sempre sarai giovane per
fu così che il padre morì
d'atroci sofferenze
e piètas d'uno la sepoltura
bandita lontana la Ferale
altro che Borgia!
Per il non cuore di Corinto
era finito da tempo e tempo
l'Amore com'era d'arbitrato
ammantava la Nera di tossine
la stoffa chi la tocca muore
crepa se aiuta la vestale
roncolando dabbasso giù
figli e fede nuziale
s'impenna d'alati draghi e carri
celesti
di fuoco
s'apre l'Egeo d'Atene
al vedovo Euripide
vietare ogni bagno.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
mercoledì 24 settembre 2014
RIO MARE
E mai saliva
che non poteva
siffatta immagine
e somiglianza
arenata in balene
spiaggiata d'ansimare
succede la notte
non vogliono disturbare
si esce mai dall'aria
noi
non s'affoga purtroppo
così annegano senza bere
neppure
alla linea in fondo
si tranciano tonni
eliche transatlantiche
preparano lutti
si banchetta d'umani.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
che non poteva
siffatta immagine

arenata in balene
spiaggiata d'ansimare
succede la notte
non vogliono disturbare
si esce mai dall'aria
noi
non s'affoga purtroppo
così annegano senza bere
neppure
alla linea in fondo
si tranciano tonni
eliche transatlantiche
preparano lutti
si banchetta d'umani.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
lunedì 22 settembre 2014
TIMERULE
Spegnere la luce
dare quattro/4 mandate alla porta
suonare il campanello
aspettare
nessuno risponde
scendere le scale in silenzio
per non sorprendersi
insistere
insistere ancora
non sentirti e risalire
bussare forte
aprire la porta
accendere in tutte le stanze
controllare gli angoli
soprattutto sotto il letto
anche nella pattumiera
non vederti
spegnere la luce
dare 4/quattro mandate alla porta
meglio inserire antifurto
per non sosprenderti
questa volta usare l'ascensore
premere il tasto tre volte/3
salire e scendere gli stessi numeri
finalmente in strada
entrare in auto
aumentare il flusso del deodorante liquido
lì non ti fumi
meglio fuori
che tanto piove e non si sente poi odore
toccarti il pacco
ce l'hai ancora
sistemarti le palle dividendole
sederti e la cucitura del cavallo te le pinza lo stesso
essere stoico
guidare senza semafori
evadere sms email rispondere
fare un frontale
non accorgertene
andare a scoparti
il sabato del metalmeccanico
ricordati di santificare la peste
onora solo il padre
intrattieni parlando del più e del meno
inclinandoti sempre al meno
e mai al più
non desiderare il coma d'altri
non avrai altro Dio fuori di te
mimare depressione
tornare indietro
citofornarsi tre volte 3
non rispondersi
salire le scale e anche l'ascensore
quadri smandare la porta
disattivare allarme
non trovarti
chiamanre il medium
andarci a dormire.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
dare quattro/4 mandate alla porta
suonare il campanello
aspettare
nessuno risponde
scendere le scale in silenzio
per non sorprendersi
citofonarsi

insistere ancora
non sentirti e risalire
bussare forte
aprire la porta
accendere in tutte le stanze
controllare gli angoli
soprattutto sotto il letto
anche nella pattumiera
non vederti
spegnere la luce
dare 4/quattro mandate alla porta
meglio inserire antifurto
per non sosprenderti
questa volta usare l'ascensore
premere il tasto tre volte/3
salire e scendere gli stessi numeri
finalmente in strada
entrare in auto
aumentare il flusso del deodorante liquido
lì non ti fumi
meglio fuori
che tanto piove e non si sente poi odore
toccarti il pacco
ce l'hai ancora
sistemarti le palle dividendole
sederti e la cucitura del cavallo te le pinza lo stesso
essere stoico
guidare senza semafori
evadere sms email rispondere
fare un frontale
non accorgertene
andare a scoparti
il sabato del metalmeccanico
ricordati di santificare la peste
onora solo il padre
intrattieni parlando del più e del meno
inclinandoti sempre al meno
e mai al più
non desiderare il coma d'altri
non avrai altro Dio fuori di te
mimare depressione
tornare indietro
citofornarsi tre volte 3
non rispondersi
salire le scale e anche l'ascensore
quadri smandare la porta
disattivare allarme
non trovarti
chiamanre il medium
andarci a dormire.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
domenica 17 agosto 2014
ECUMENICA
"Io ho ammazzato tutti i miei amanti
perché volevano vedermi piangere
ed io ero soltanto felice."
Alda Merini
I poeti la notte non se la dormono mai
sono Vangeli
se lo fanno è solo una finta
un commiserevole stratagemma
per non pesare troppo alla libra altrui
perché al buio è come nebbia fitta
quella che vuole il coltello
ma i versi prendono forma
senza offendere
perché il poeta è perdente
si nasconde sparisce non fa rumore
ogni mattina è uguale alla precedente
attende il terrore della luce
certo che domani sarà la stessa alba
esatta precisa all'altroieri
si mette alla ringhiera e ascolta
ruba gli odori alla miseria
tutti
non teme processi per furto
tanto nessuno lo vede
capitasse urlerebbero vani
allo scarafaggio
di Franz sanno nulla.
I poeti non possono stare tra loro
se sono tali
per accidente unico ci si accorge
s'è medesimi siamesi congiunti
eppur separati stranieri
se lo vietano l'avvicinarsi troppo
ché non lo conoscono più da secolie maledetti come sono non han trucchi
maldestri rossetti ai limiti
matite per occhi d'appunti improvvisi
spuntate contro muri già pieni
ti ho riconosciuta Sensei in me
quell'anno che solo tu conosci
eri già andata via eppure
uno dopo l'altro me li hai mostrati
tutti i tuoi amanti assassinati
ognuno di carni ai denti crude
loro feretri quelle pulsanti
nessuna lacrima in più ancora
neppure di sfuggita
erano gli stessi miei
e siamo soltanto felici ancora.
Ed è affatto il nostro timore della luce
non ci sorprende
che ci fa cenere lo scriviamo e basta
per vostra umana certezza
d'esser voi i vivi.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
mercoledì 30 luglio 2014
CRISTO SI E' FERMATO A EBOLA
Cristo si è fermato a Ebola
di Veroniche scraniate a badilate
interrate ai seni paralizzate
seminavavano i deserti
i miliziani senza divisa
chiedeva acqua ai Padri
che non c'era più Padre alcuno
non perdonare loro
sanno quel che fanno
per i piccoli Larrazi allineati
acconciati a mummia
nonostante il Figlio
lasciano lo Spirito non Santo
uno dopo l'altro spirano
disarticolati a pezzi dopo
sparpagliati
Cristo si è fermato a Ebola
corrono senza tregua Maddalene
prese prima lì a terra
a ripetizione
e manco le vacche ai macelli
portano via così sui carri
verso noi che abbiam denari
ben più di trenta
e non tornano più
stella stellina la notte s'avvicina
paiono comete
piovono lente
quelli più piccoli occhi al cielo
in tanti aprono dal fianco
per il giorno dopo
d'organi che non suonano
Magnificat.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
di Veroniche scraniate a badilate
interrate ai seni paralizzate
seminavavano i deserti

chiedeva acqua ai Padri
che non c'era più Padre alcuno
non perdonare loro
sanno quel che fanno
per i piccoli Larrazi allineati
acconciati a mummia
nonostante il Figlio
lasciano lo Spirito non Santo
uno dopo l'altro spirano
disarticolati a pezzi dopo
sparpagliati
Cristo si è fermato a Ebola
corrono senza tregua Maddalene
prese prima lì a terra
a ripetizione
e manco le vacche ai macelli
portano via così sui carri
verso noi che abbiam denari
ben più di trenta
e non tornano più
stella stellina la notte s'avvicina
paiono comete
piovono lente
quelli più piccoli occhi al cielo
in tanti aprono dal fianco
per il giorno dopo
d'organi che non suonano
Magnificat.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
venerdì 18 luglio 2014
CHIAMATA
De Civitate Dei
in serpenta coda
un canto di cigno
all'ombra del terzo Sole
scandiva il passar di rughe
sovrapposte coriacee
si pensavano capelli
calati in acque d'una stilla
popolatissima di genti
un universo definito
un altro dentro quello accanto
invece era tutto piu' minuto
infinitesimo taglio d'un punto
a contenere questa parte
fin laggiù ben oltre
si vedeva noi
una Luna dopo l'altra
in groppa a Giuda l'Eucaryota
com'eravamo grandi
su quell'elitra rossa
per nulla emitteri
incubus e subbubus
in una cosa sola
witch you where it
Teresa d'Avila
Giovanni della Croce
Veronica Giuliani
Faustina Kowalska
Brigida di Svezia
Gemma Galgani
Maria Maddalena de' Pazzi
Caterina da Siena
Teresa di Lisieux
Edith Stein
Paolo della Croce
Silvano di Monte Athos
Benedetto
Lucio Galluzzi
C2014CCL
venerdì 11 luglio 2014
SENZIODIO
E che provi a leggere?
Parole messe qui
non proprio al caso
precisamente poste
sonore notazioni scelte
quei piccoli segni assenti
pixel dopo pixel
sparati versi a inchiostro sublimato?
E' la poesia caro mio per niente caro
la stessa nenia nera coagulata
al centro dei tuoi occhi nei fori
quei due cataratte finali niente luce
non è gradito il posarti qui
il riposarti
il riportarti
il ristorarti
il mi nutro d'arte che non c'è più
se ne è andata da secoli almeno 25
E che provi a leggere?
Sangue steso qui
così come se n'esce
apparente senza'un ordine
schizzo dopo gocciolo
bombardato ai polsi
senza più mani il poeta
che provi a leggere?
Scendeva lento questa mattina
in viatici odorosi d'obbligo
un Angelo
mi parlava d'un solo mantra
quello solo mi diceva
senza rumor di voce
"E' un cretino
E' un cretino..."
Lucio Galluzzi
C2014CCL
domenica 6 luglio 2014
CONTRA PUNCTUM
E' dentro il mio ipotalamo
ben strutturato
quel richiamo di treno
ad ogni ora senza preavvisi
chi parlava dei grammi della mia anima
mentiva come tutti i senza bilancia
è su lì in alto lo stridìo
misto di freni bruciati
e olio oltre temperatura
nella testa pensata
non dormivo mai e lo sapeva
usavo un cacciavite a croce
m'imprimevo il Padre sulle carni
ed era Salmo santissimo
tutte le volte che lo facevo
i vestiti poi aiutano la beatitudine
diventa segreto il Segno
non vivevi da tempo io lo sapevo
e che fai quando non vivi?
E' intorno al mio pomo d'Adamo
il peccato annodato mortale
più stringe la Misercordia
maggiore infinitamente la Luce
che non spengo mai
mi respiro così
sono Fuga nei legni d'organo
d'Atlantic City
Diaphone Profunda 64 piedi reali
e registri a centinaia
pure nominali
in Canto Fermo a Passau
non toccavo mai e lo sapeva
se respiro
[respiro?]
è per mantici sottratti
lo sa che la notte finisco
per ogni notte lo sa
il mio Signore si chiama Elettricità
non vivevi da tempo io lo sapevo
e che fai quando non vivi?
In Re Minore:
AHNEUS
HEBZUCHT
GRADGIHED
POHLEPA
LACOMIE
CODICIA
GANANCIA
GIER
ANYHOCT
CHCIWOSC
.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
sabato 28 giugno 2014
TRE MESI
Inamovibile
la cui terra d'elezione
di questo Universo all'Est
come il Monte
alla vetta blu
certe volte dorata
sorretto dalla Volta
celeste pur'essa
un Elefante in mudra
prende il Pianeta
facendone testimone.
Ed è così
Fondamento delle cose
tutte
il Vuoto genitore
pieno.
Dimorare tranquilli
nell'estate delle piogge.
Lucio Galluzzi
C2014CCL

di questo Universo all'Est
come il Monte
alla vetta blu
certe volte dorata
sorretto dalla Volta
celeste pur'essa
un Elefante in mudra
prende il Pianeta
facendone testimone.
Ed è così
Fondamento delle cose
tutte
il Vuoto genitore
pieno.
Dimorare tranquilli
nell'estate delle piogge.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
venerdì 13 giugno 2014
MOJAVE
INTRODUZIONE
Dio è in cotagocce mercurocromo
fatto apposta per confonder sangue e piaga
rendere accettabile la vista
farne di squarcio com'affresco
da sempre ho usato colori
tutti i possibili tipi a due mani
ho il Dono di Maya nei geni
fin troppo umana la mia catena
allora ancora mi meravigliavo
di temporali estivi che a nulla servono
se non a spaventare d'improvviso
pargoli e signorine in passamaneria
odiose martingala
valentini coi biancospini
Lampiava rrussu ddà ssutta
la sera dietro Scilla
come giochi ì focu
pa' Madonna da' Muntagna
dicevano i vecchi che era il Vulcano
là di fronte casa
aprivo la finestra e non parlavo
il mattino dopo il mare mio
per metà era rosa
risaccava viola cupo poi
verso me
vicino ai piedi lo vedevo il velo
bianco leggero su onde iodate
"E' a Fata Morgana ca culurau
chidda di notti faci magisteri
e i muccusi na ponnu vidiri"
Non lo dissi mai
che vestita da sposa
alla stessa ora
tutte le sere
rovinava dalla Rupe
inabissata Chianalea
odorosa d'alghe blu e gelsomino
posava un bergamotto
sul mio cuscino
s'addormentava
io che non avevo letto
Lucio Galluzzi
C2014CCL
Dio è in cotagocce mercurocromo
fatto apposta per confonder sangue e piaga
rendere accettabile la vista
farne di squarcio com'affresco
da sempre ho usato colori
tutti i possibili tipi a due mani
ho il Dono di Maya nei geni
fin troppo umana la mia catena
allora ancora mi meravigliavo
di temporali estivi che a nulla servono
se non a spaventare d'improvviso
pargoli e signorine in passamaneria
odiose martingala
valentini coi biancospini
Lampiava rrussu ddà ssutta
la sera dietro Scilla
come giochi ì focu
pa' Madonna da' Muntagna
dicevano i vecchi che era il Vulcano
là di fronte casa
aprivo la finestra e non parlavo
il mattino dopo il mare mio
per metà era rosa
risaccava viola cupo poi
verso me
vicino ai piedi lo vedevo il velo
bianco leggero su onde iodate
"E' a Fata Morgana ca culurau
chidda di notti faci magisteri
e i muccusi na ponnu vidiri"
Non lo dissi mai
che vestita da sposa
alla stessa ora
tutte le sere
rovinava dalla Rupe
inabissata Chianalea
odorosa d'alghe blu e gelsomino
posava un bergamotto
sul mio cuscino
s'addormentava
io che non avevo letto
Lucio Galluzzi
C2014CCL
giovedì 12 giugno 2014
PERSEPOLIS E D'ALTRI FIGLI
PREFAZIONE
Rovinosa.
Insostenibile leggerezza del tessere
apparente gioco giocato giocoso
quella Gioconda la notte era moglie
per finta fin troppo saputa
all'alba si radeva come conviene
a Nessuno oltre lei
la lama poggiava sapiente
una volta al mentore
l'altra alla trama
ordiva tragedia insaputa
serpenta cava
tanto per non citare alcuna Tessalonica
vedova di figlio
combattente lontano
eppur di nutrice appagata
Esiziale.
Per discendenza senza scale
in canonica d'armonio
i Re tutti uniti insieme al Padre
Caini e Buoi dei paesi tuoi
chi lo affida al Nilo
altri al solco
per un una zecca
uno zoccolo quello è salvo?
Malaugurata.
Famiglia come porcaio
e ci vuole fegato
a sostenere il Fuoco
furibonde le ambulanze
s'abbatterono sul figlio
che poi era il Padre
e la Madre
e Sara
Ofidia canta
rastremata
eretta
una colonna
che è nel nome del Padre
e del Figlio
dello Spirito Santo
l'originato originale
Peccata Mundi
perdona loro
che m'hai abbandonato
non sanno quel che fanno.
Emipericardio.
Un marzo non qualsiasi
tornavo dal Luna Park
era mattina
una mattina non qualsiasi
d'una solita Los Angeles
avevo mangiato la ragazza
quella che il giorno prima
mi sorrideva al bar
salutai Ellis
torno a meno di zero
chiudo con i romanzi
mi metto a tessere
l'insosternibile leggerezza.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
Rovinosa.
Insostenibile leggerezza del tessere
apparente gioco giocato giocoso
quella Gioconda la notte era moglie
per finta fin troppo saputa
all'alba si radeva come conviene
a Nessuno oltre lei
la lama poggiava sapiente
una volta al mentore
l'altra alla trama
ordiva tragedia insaputa
serpenta cava
tanto per non citare alcuna Tessalonica
vedova di figlio
combattente lontano
eppur di nutrice appagata
Esiziale.
Per discendenza senza scale
in canonica d'armonio
i Re tutti uniti insieme al Padre
Caini e Buoi dei paesi tuoi
chi lo affida al Nilo
altri al solco
per un una zecca
uno zoccolo quello è salvo?
Malaugurata.
Famiglia come porcaio
e ci vuole fegato
a sostenere il Fuoco
furibonde le ambulanze
s'abbatterono sul figlio
che poi era il Padre
e la Madre
e Sara
Ofidia canta
rastremata
eretta
una colonna
che è nel nome del Padre
e del Figlio
dello Spirito Santo
l'originato originale
Peccata Mundi
perdona loro
che m'hai abbandonato
non sanno quel che fanno.
Emipericardio.
Un marzo non qualsiasi
tornavo dal Luna Park
era mattina
una mattina non qualsiasi
d'una solita Los Angeles
avevo mangiato la ragazza
quella che il giorno prima
mi sorrideva al bar
salutai Ellis
torno a meno di zero
chiudo con i romanzi
mi metto a tessere
l'insosternibile leggerezza.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
lunedì 5 maggio 2014
OIBO
PREFAZIONE
Dicevano al non poeta d'esser poeta
scrivere versi in smorfie numerali
loro versatoi bestiali
emoteche scadute
barriques di pregiata Serbia
a invecchiar dolori di parole decubitate
quelli lo dicevano
i medesimi lavoranti all'opificio
un colpo al cerchio
uno alla botte
una picconata alla schiena
succhiano dai pennini
siccitano assenti dai propri io
t'aprono le vene in verticale
d'esperienza precisi
e lo sanno bene istruiti
fino all'ultima goccia
si prendono l'inchiostro
fossero almeno fegato di Vampiro.

annotare i loro versi in ghigno
un coro in cerchio dionisiaco
neppure alcolisti ma anonimi
occultati malamente
scoscienziati fantasmi
manco in apparizione
ciechi alla nascista
in questa vita non loro
e nelle altre presunte precedenti
lasciano cadute le etichette
dall'intonaco sempre più cerone
in retroguardia
che la prima fila è scomoda
specie senza occhio di bue
soli senza Soli
è il circo stravestito
camicie su abiti
mutande sui cappotti
scarpe dentro calze
lapidi alla cinta
mura con costumi
nessuna costumanza
una pagliacciata.
Dicevano al non poeta d'esser poeta
loro che son Poesia
d'impressione tutta
senza più emendamento
alcuno.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
domenica 27 aprile 2014
NURBERGER STRASSE
INTRODUZIONE
SVOLGIMENTO
Ho visto Bowie piangere
come mai mi era successo
a ridosso di muri in Berlino
bruma di piombo denso
unica tonalità di incolore
grigio Germania dell'Est
che manco più la pioggia osa
lavare il testamento evidente
l'assenza così viva
che rumoroso l'imbarazzo
fragore e tuono subitanei
inaspettate sorprese
boati al cuore sussultorio
come ad acceleratore in fondo
t'impatta il banco di nebbia
la notte d'autostrade deserte
e parevano gli occhi miei
esatti d'umido sclerotico
se non fosse per i colori
ma che importa ormai
ora che ogni tinta è sfinita?
Lucio Galluzzi
C2014CCL
SVOLGIMENTO
Ho visto Bowie piangere
come mai mi era successo
a ridosso di muri in Berlino
bruma di piombo denso
unica tonalità di incolore
grigio Germania dell'Est
che manco più la pioggia osa
lavare il testamento evidente
l'assenza così viva
che rumoroso l'imbarazzo
fragore e tuono subitanei
inaspettate sorprese
boati al cuore sussultorio
come ad acceleratore in fondo
t'impatta il banco di nebbia
la notte d'autostrade deserte
e parevano gli occhi miei
esatti d'umido sclerotico
se non fosse per i colori
ma che importa ormai
ora che ogni tinta è sfinita?
Lucio Galluzzi
C2014CCL
sabato 5 aprile 2014
giovedì 27 marzo 2014
DI LIEVE CONTATTO
Non so ancora le tue ere
nell'orbita della memoria
che ritorna e prosegue oltre
i roghi conosciuti bene
s'infiammano già lontani
è una sorpresa
le mie ceneri
accese
rimandano tutti i miei sè
veloci piogge a terra
e il torrido li riporta in alto
ali e lingue bifide
s'abbracciano più sopra
ancora di più
al centro dell'azzurro pallido
Così mi abbatterei
privo dei me
per ogni istante
al tempo che tu vuoi
mi calerei nel nulla
ancora
appena giusto
ti ritrovassi nell'affatto ora
ancora
un inedito amore
in questo medio cielo
vieni insieme puntami
al Settimo sebbene noi
Assoluto vuoto
questo Infinito
niente orizzonti
si formano
nuvole candide
procedono si perdono
ritornano
negli anni delle mie iridi
in marzo
mari di Amaranti
inabissano i miei sè
ondeggiano
nelle tue ere
sopra i miei tendini
oltre
Lucio Galluzzi
C2014CCL
nell'orbita della memoria
che ritorna e prosegue oltre

s'infiammano già lontani
è una sorpresa
le mie ceneri
accese
rimandano tutti i miei sè
veloci piogge a terra
e il torrido li riporta in alto
ali e lingue bifide
s'abbracciano più sopra
ancora di più
al centro dell'azzurro pallido
Così mi abbatterei
privo dei me
per ogni istante
al tempo che tu vuoi
mi calerei nel nulla
ancora
appena giusto
ti ritrovassi nell'affatto ora
ancora
un inedito amore
in questo medio cielo
vieni insieme puntami
al Settimo sebbene noi
Assoluto vuoto
questo Infinito
niente orizzonti
si formano
nuvole candide
procedono si perdono
ritornano
negli anni delle mie iridi
in marzo
mari di Amaranti
inabissano i miei sè
ondeggiano
nelle tue ere
sopra i miei tendini
oltre
Lucio Galluzzi
C2014CCL
domenica 16 marzo 2014
EDICOLA
Le distanze che ascolto
adesso
che non deve più accadere nulla
del tutto che è già stato
il tatto preciso di esserne offerta
senza alcuna messa
condizione turpe
accendo il Rotel valvolare
spargo i volumi
espando il mio solo
ed è un peccato permanente
so con esattezza il disegno
per me tracciato
estrudersi al nono mese
vagiti d'osanna alla morte
io non so davvero
non lo so
se sono uscito mai alla vita
può darsi che il mio incidente
a ben pensare
non sia mai stato
partorirai con dolore
di sudore il tuo lavoro
e sangue
umano errore calato in devastazione
ogni atto t'addolorerai due volte
condannato a visione tersa
esatta centrata alla foggia
sai perfettamente ogni minuta
la negazione non è permessa
niente Maya
tutto così limpido
cadono rètine e speranze.
Migliaia di volte e volte
strafatto d'illusioni
ora basta
professavo davvero l'abiura
finire il duello dell'esistere
scendere le palpebre
diamorfinarmi
non sentire più
sistemarmi
stendermi nella tana
attenndere di passare
divorziare dal fato corrotto
che mi ha devastato
adesso immagina
chiedimi cosa provo
resterò silenzio
T'adoro per giorni
non distolgo gli occhi
Ti chiedo di abrogare la storia
Tasformami
Ridisegnami
non sono maligno
ma armato perché penso
rispondo al Kalashnikov della vita
che mi massacra il viso
e non è giusto.
Impossibile capire
Babele i suoi confini
Le destituzioni
L'elevazione
L'imbrogliare
L'amare
Lasciarsi
Sparirsi
Attecchire realmente
Apri le nuvole
Posami sui nettari della presenza
Insegnami il belletto
la frode
la luce dell'andare
le sue porte
portami dentro ere mai viste
fammi raccogliere mele
indicami una sedia
toglimi dallo specchio
non farmi riconoscere
fecondami di pianti
fammi partorire l'improbabile
voglio svezzarlo
strafarmi nei traguardi superati
uscire dal bambino
essere infanzia e non possederla
fissare la bestia
capirla
metterle fine
dimostrami la dolcezza
di tutto questo
venire al mondo
e cominciare a tagliarsi
non è ancora tutto.
Con le rotelle non a posto
dentro al bambino
che non mi hanno mai permesso d'essere
neppure una volta
pedalare
in un cuore rubato ad Achille.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
adesso
che non deve più accadere nulla
del tutto che è già stato
il tatto preciso di esserne offerta
senza alcuna messa
condizione turpe
accendo il Rotel valvolare
spargo i volumi
espando il mio solo
ed è un peccato permanente
so con esattezza il disegno
per me tracciato
estrudersi al nono mese
vagiti d'osanna alla morte
io non so davvero
non lo so

può darsi che il mio incidente
a ben pensare
non sia mai stato
partorirai con dolore
di sudore il tuo lavoro
e sangue
umano errore calato in devastazione
ogni atto t'addolorerai due volte
condannato a visione tersa
esatta centrata alla foggia
sai perfettamente ogni minuta
la negazione non è permessa
niente Maya
tutto così limpido
cadono rètine e speranze.
Migliaia di volte e volte
strafatto d'illusioni
ora basta
professavo davvero l'abiura
finire il duello dell'esistere
scendere le palpebre
diamorfinarmi
non sentire più
sistemarmi
stendermi nella tana
attenndere di passare
divorziare dal fato corrotto
che mi ha devastato
adesso immagina
chiedimi cosa provo
resterò silenzio
T'adoro per giorni
non distolgo gli occhi
Ti chiedo di abrogare la storia
Tasformami
Ridisegnami
non sono maligno
ma armato perché penso
rispondo al Kalashnikov della vita
che mi massacra il viso
e non è giusto.
Impossibile capire
Babele i suoi confini
Le destituzioni
L'elevazione
L'imbrogliare
L'amare
Lasciarsi
Sparirsi
Attecchire realmente
Apri le nuvole
Posami sui nettari della presenza
Insegnami il belletto
la frode
la luce dell'andare
le sue porte
portami dentro ere mai viste
fammi raccogliere mele
indicami una sedia
toglimi dallo specchio
non farmi riconoscere
fecondami di pianti
fammi partorire l'improbabile
voglio svezzarlo
strafarmi nei traguardi superati
uscire dal bambino
essere infanzia e non possederla
fissare la bestia
capirla
metterle fine
dimostrami la dolcezza
di tutto questo
venire al mondo
e cominciare a tagliarsi
non è ancora tutto.
Con le rotelle non a posto
dentro al bambino
che non mi hanno mai permesso d'essere
neppure una volta
pedalare
in un cuore rubato ad Achille.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
lunedì 3 febbraio 2014
Lezione # 3 - work in progress -
"Non si scappa alla Macchina"
mi diceva sempre suor Carmelina
non correre quando esci da scuola
guarda prima a destra
poi a sinistra
che poi chi la sente Nina
se capita qualcosa
già le parole mi giocavano
io con loro
maledetto Lacan
i cretini delle lettere rubate
a me nessuno scriveva però
lo facevo io al me stesso
ero bravo pure con l'alfabeto al contrario
è solo che vuoi o non vuoi
"Non si scappa alla Macchina"
mai
mi prendevano sotto le ruote
tornavano indietro per ripassarmi
loro sulle strisce del mio quaderno
io l'alfabeto tattile
fu così che cominciai ad amare la gomma
vestirmene
officiciando Deleuze
amore mio.
*
Lucio Galluzzi
C2014CCL
Lezione # 2 - work in progress -
Quando i cannibali sedettero alla mia tavola
arabo nei miei geni
onorai l'ospitalità sacra
perché un piatto c'è per tutti
fossero stati Lecter
almeno
non mi insegnarono nulla
così com'erano i nodi miei
adoravo Laing e si stringevano
sempre di più
i nodi
non si sente il dolore quando ti mangiano
non sono mai ultime cene
hanno sempre più fame
eppure io non sono Cristiano.
*
Lucio Galluzzi
C2014CCL
LEZIONE # 1 - work in progress -
Leggevo Minima Moralia da piccolo.
Mi aveva colpito l'aforisma sull'estetica dell'orrore e la negazione della bellezza.
Ma non potevo capire.
Ero piccolo.
Poi, come accade, inevitabile, orrori hanno cominciato a frequentarmi.
L'apparenza era godibile alla vista.
Mi ricordavano certe lezioni sulla sericità marmorea di Michelangelo, quando preparavo l'esame con Vattimo.
Ora l'orrore è parte della mia visuale.
Non abbasso mai gli occhi.
Lo fisso.
Muto.
*
Lucio Galluzzi
C2014CCL
Mi aveva colpito l'aforisma sull'estetica dell'orrore e la negazione della bellezza.
Ma non potevo capire.
Ero piccolo.
Poi, come accade, inevitabile, orrori hanno cominciato a frequentarmi.
L'apparenza era godibile alla vista.
Mi ricordavano certe lezioni sulla sericità marmorea di Michelangelo, quando preparavo l'esame con Vattimo.
Ora l'orrore è parte della mia visuale.
Non abbasso mai gli occhi.
Lo fisso.
Muto.
*
Lucio Galluzzi
C2014CCL
lunedì 27 gennaio 2014
DEL POETA
Quando spezzava il pane
era come stridore
di femore suo vivo
navigato in superficie
con l'obliqua lama d'un cutter
le signorine di urlettini
premevano gli indici
forti dentro le orecchie
come tempi addietro
ma non tanto
la maestra per farle tacere
artigliava di punte d'unghie
l'ardesia liscia della lavagna
quel sibilo che fischiava
alto in ottava più alta
spargeva brivido
come il coltello raschia il vetro
d'oca la pelle de fois gras
oh che delizia
sentir sotto i denti la consistenza
di quelle inchiodate
fatte crepare
cibate allo scoppio
Si canta il male per di più
o perlomeno si tenta
ché il bene è noioso agli astanti
Quando tornerò a usar pennino
sarà spuntato
come facevo da piccolo alle suore
le adoravo quando ammonivano
e non smettevo
Fu così, semplicemente
per dispetto
che diventai poeta
un trastullo acido
un ago da materassaio
intriso nel sangue
a calligrafar parola
il verbo di Dio.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
era come stridore
di femore suo vivo
navigato in superficie
con l'obliqua lama d'un cutter
le signorine di urlettini
premevano gli indici
forti dentro le orecchie
come tempi addietro
ma non tanto
la maestra per farle tacere
artigliava di punte d'unghie
l'ardesia liscia della lavagna
quel sibilo che fischiava
alto in ottava più alta
spargeva brivido
come il coltello raschia il vetro
d'oca la pelle de fois gras
oh che delizia
sentir sotto i denti la consistenza
di quelle inchiodate
fatte crepare
cibate allo scoppio
Si canta il male per di più
o perlomeno si tenta
ché il bene è noioso agli astanti
Quando tornerò a usar pennino
sarà spuntato

le adoravo quando ammonivano
e non smettevo
Fu così, semplicemente
per dispetto
che diventai poeta
un trastullo acido
un ago da materassaio
intriso nel sangue
a calligrafar parola
il verbo di Dio.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
mercoledì 22 gennaio 2014
UNA MODESTA PROPOSTA
Siccome non poteva esser padre
cercava i figli dei padri
facendoli padri di lui figlio
giocandosi gli anni nei figli
non suoi
quegli anni
quei figli
e i figli d'assente padre cadevano
ogni volta con meno rumore
vedendo in quello la madre
anche
domina loro
è per l'appunto modesta proposta
ancora
li contava uno ad uno
pesandoli d'attenzione
esperto in buoi e maiali
vederli così dispersi di strade
notti e vetrine
cristalli
pagava di buon grado
il mezzo litro di gassata
a cinque euro il pezzo
così buttavano giù
Adam e Molly ed era estasi
felicità diffusa
emotive corde d'affetti in Maya
con quella cosa persona
pure anche sconosciuta
era estasi
human traffic
diventavano solo culo
non saliva il finto safrolo
quello scende soltanto
in basso
più basso
Siccome non poteva esser padre
mancato di figli si truccava da figlio
facendosi i figli
giocando nei figli i suoi anni
quegli anni
già passati
da annegare
e il figlio d'assente padre
truccato luna park
non sapeva d'esser già caduto
fragoroso come una regina
da tempo
in un collant
sgargiante di mode e risate
improbabili colori
Su una gondola
nelle nebbie
d'una fetida Venezia
impietosa colava la tinta
e il sudore freddo
misti sul viso
osceni rivi da un bianco Borsalino
l'inchiostro.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
venerdì 17 gennaio 2014
DRY MARTINI

di un esilio del ritmo
a tempo inderterminato
dimenticando cadenza
battere e levare
in un continuo d'archi
senza corde e cappio
bandire la pece
occultare i fori
l'intaglio di violini
impedire alle punte
d'insistere il cigno
smettere
Ci vorrebbe canone
disciplina gregoriana
la giusta fatica
dell'occhio chiuso
contra cane andaluso
l'eucarestia materiale
del creatosi che abbiamo
tutto il resto via
frequenza eterna
alla cicatrice interiore
Cristo
un marchese De Sade
e l'alchimia suprema
della malavoglia.
Anche d'una rima sfuggita.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
giovedì 16 gennaio 2014
GENESI

di quel gelo d'inverno
l'era infinita d'antartica
ghiacci eterni azzurri
là sopra a distanze
senza visura e orizzonti
nell'impercettibile moto
i Corpi sconosciuti
d'avvicinamenti maestosi
impegnati al gioco relativo
particolare
espiravano il Mantra
d'allora eterno
e le sfere tutte musicavano
di propria assegnata lunghezza
l'onda d'oceani colorati
boreali
ai sordi stonati muti
caduti per accidente
noi
i fortuiti
E siccome faceva freddo
di quel gelo d'inverno
l'era infinita d'antartica
dio pianse la pioggia
fu grandine.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
martedì 14 gennaio 2014
ALLA PIETRA

più dell'immaginabile
dimentico
purtroppo
il mio Niente
resisto al vento
mi frappongo
so d'essere trasparente
mi fotte la coesione atomica
e lo fermo
non mi attraversa
Usuale, spesso
biquotidiano
più d'un calendario
mi sfoglio
delicatamente
un giorno dopo l'altro
quanti sono i compleanni miei
i nomi tutti
santo dopo santo
D'abitudine, continua
impassibile
presenza
ho smesso l'inchino
alla pietra che sarò
o un demone furioso
una tempesta
chissà
che sarò.
Lucio Galluzzi
C2014CCL
DIMETTETEVI PER ETICA
Ieri mattina ero in edicola, compravo una rivista con un articolo sull'infanzia nera di Hitler.
I due gestori della rivendita mi dicono che lì, in quel momento esatto, c'era uno che di Hitler sapeva tutto; difatti un tizio dal corpo cilindrico, sigaretta accesa in luogo pubblico, occhio spiritato, sulla quaratina, inizia a voce alta ad esibirsi facendomi domande e rispondendosi da solo:
"Lei la sa da data della costruzione della prima camera a gas? No, vero? Beh, l'hanno costruita gli americani dopo la seconda Guerra Mondiale, quindi gli ebrei non ci sono mai entrati nelle camere a gas come si crede, semplicemente perché non c'erano...
E mi dica, lei lo sa chi ha filmato il campo di Bergen-Belsen dopo la Liberazione? Hitchock! Appunto, un regista di film gialli con l'aiuto degli americani... Un bel documentario finto fatto a Hollywood."
Non avevo alcuna voglia di rispondere, per di più al mattino presto, ma lo "storico" del Terzo Rech non la finiva, aumentava sempre di più il volume della voce, in un angolo i compulsi delle slot machines sorridevano soddisfatti per gli interventi del poveretto, che aggiungeva: "Non è mai stata trovata uno straccio di prova di tutta questa balla dell'Olocausto e campi di sterminio... Nessuna! Non sono io a dirlo, ma la Storia!
Ma è parso corretto mandarlo a quel paese, tagliando corto e comprendendo nel mio vaffanculo gli altri presenti, ho consigliato di leggersi il Fest [Joachim Fest, Hitler: una biografia, Garzanti], ho aggiunto che Cenerentola si è sposata con Cappuccetto Rosso e me ne sono andato.
Quelle sono tutte persone giovani, l'invasato revisionista era il più avanti con gli anni, credo che gli altri fossere sulla trentina.
Mi domando dove siano andati a scuola, se ci sono andati e che razza di adolescenza si sono vissuti, che vita conducono ora, con chi, come, perché?
Mi viene in mente anche Grillo, quando di fronte alla folla, urlava: "Sti cazzo di stranieri, clandestini! Vengono qui a delinquere! Ma bisogna mandarli a casa loro a calci nel culo! Però, no! Magari non farlo pubblicamente, li devono portare in caserma e lì, sapete com'è..., qualche sberla... perché le sberle gliele danno eh!"
Con lui, ripenso agli identici discorsi/comizi di disturbati mentali della Lega come Gentilini, Borghezio, Calderoli, Maroni, Salvini, Bossi... quasi tutti quei verdi marci.
Gli inviti all'odio razziale continuo, l'insulto allo straniero, l'omofobia nazista: "Ho chiesto al mio comandante dei vigili di fare pulizia etnica dei culattoni..." [Gentilini], l'incitare a dar fuoco ai campi Rom, a picchiare gli "invasori", "meglio fascista che frocio" , "i trans ci portano via i mariti, vergogna! Dobbiamo ribellarci a suon di bastonate!" [Alessandra Mussolini] e giù così in una scellerata sequenza di orrori che neppure nelle peggiori bettole d'ubriaconi.
Gente del peggior genere che deve il loro risveglio dalla morte nella polvere a quel tizio, il matto clinico, il pregiudicato decaduto e alla sua corte di pluri condannati, truffatori, papponi, ladroni e patetiche amanti del sesso gerontofilo.
Loschi e sinistri figuri che si comprano le lauree in Albania, usano i nostri soldi per pagari puttane, SUV, videogiochi, borse e abiti firmati, mutande verdi, "e qui comando io", "adesso mandiamogli una bella ispezione", "sono intervenuta sul caso Ligresti per spirito umanitario, non c'è nulla di male", "voi precari siete la parte peggiore d'Italia", "io che potevo vincere il Nobel per l'enonomia... devo discutere con questi cretini?; inutile continuare a citarli ancora.
Pensateci bene ai nomi dei "politici", a tutti i "politici" che impazzano in ogni dove, a partire dalla cronaca giudiziaria che li riguarda.
Un solo esempio che la racconta lunga su questa Italia devastata: Ciriaco de Mita.
In politica da 11 legislature, un Andreotti Secondo insomma, ha ricoperto qualsiasi incarico possibile nei secoli.
Tu pensi: adesso che ha superato gli 85 anni se ne starà buono a casa smettendo di fare danni.
Invece lo fanno eleggere al Parlamento Europeo, perché è lì che l'inciucement italiano partitocratico manda i dinosauri morenti.
Il signor Ciriaco non ha avuto neppure l'umiltà, da buon democristo, di ammettere che alla sua età prendere un aereo una volta la settimana per onorare il mandato, sarebbe stato quasi impossibile.
Difatti De Mita al Parlamento Europeo è assenteista, semplicemente non si presenta.
Però intasca lo stipendio, e che stipendio, tanto pagiamo noi.
Se non sbaglio pure D'alema è finito a Strasburgo.
Sono tutti sistemati, ognuno sulla propria poltroncina o trono.
Tutti, se non per rarissimi casi, i lor signori condannati o inquisiti liberi e tranquilli: da Cosentino a Lusi, da Papa a Belsito, da Fiorito a Bossi, Rosi Mauro, Dell'Utri, Verdini, i figli del Senatùr, Formigoni... e via discorrendo.
E' di questi giorni il caso De Girolamo, quella del "qui comando io", l'inciuciona ministra che è indignata perché l'hanno registrata a sua insaputa mentre minacciava e usava la sua posizione per aiutare la famiglia.
A loro insaputa fanno di tutto.
Scajola e Bertolaso insegnano.
La signora De Gerolamo, così fan tutti, dice che non ha alcuna intenzione di dimettersi, lo dice anche la Cancellieri, Alfano per il caso Kazako, Saccomanni, lo dissero tutti, nessuno escluso.
Non ha importanza se la signora De Girolamo sia iscritta nel registro degli indagati o meno, questo vale tanto per lei quanto per tutti suoi colleghi, del potere centrale e locale.
E' inutile che si indignino i pennivendoli e pseudo intellettuali di regime perché Travaglio l'altrio ieri ha definito la marmaglia partitocratica come "subumani".
Come puoi definire diversamente assessori dell'Aquila che sono gaudenti al telefono per i guadagni che fanno con gli appalti per il sisma... quando leggi che si dicono: "con questo terremoto abbiamo fatto il boom, ci voleva proprio!"?
Altro che subumani.
Signora De Girolamo & Soci ci si dimette dalla vita politica/pubblica per ETHOS e se non sapete cosa significhi il termine ve lo andate a cercare e cominciate a studiare, ma non più da ministri o rappresentanti, illegittimi, del popolo.
Chi vuole fare "il politico" deve partire a testa bassa, con umiltà, sapendo cos'è la morale, il bene pubblico, l'amore vero per la Nazione.
Far politica è passione e missione etiche, da questo non si può prescindere.
Ignoranti, sicumerosi, carrieristi, arrapicatori sociali, ex picchiatori squadristi, delfini di Almirante, massoni neri, soubrettes che la danno facile, cantanti falliti, direttori di approssimativi TG, amanti, cagnolini [con tutto il rispetto per gli animali], avvocarti personali, sistemati per spartizione di poltrone... nulla avete a che spartire con la Politica vera.
Dimettetevi per etica.
Ritornate a scuola, pubblica!
E basta.
Lucio Galluzzi
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venerdì 10 gennaio 2014
ATTILIO MANCA: SUICIDATO PER SEGRETO DI STATO/MAFIA
L'Italia è il Paese dei misteri e Segreti di Stato.
Una coltre di nebbie nere è stata calata da sempre dai poteri forti sulle verità scomode che sporcano di sangue questa Repubblica, da tempo e tempo non più nostra.
Dalle stragi di piazza ai treni saltati in aria, dalle banche sventrate alle stazioni macellate con tritolo, Ustica, Aldo Moro, l'Addaura, Capaci, via d'Amelio, l'Agenda Rossa, la trattativa con la Mafia che è Stato, sempre più Stato...
Misteri e segreti d'Istituzione che si portano via con loro vite: straziate, bombardate, sciolte nell'acido, sepolte vive, bruciate, sparite senza lasciar traccia, "suicidate".

Ragazzi che non devono parlare ai microfoni di una radio o scrivere su giornali, Rostagno, Impastato, Pippo Fava.
Una Nazione, questa Italia, che condanna a morte Pasolini, la fa ammazzare nel peggiore dei modi, il perché e chi sono stati non si saprà mai.
Il 12 febbraio 2004, a Viterbo, nella sua abitazione, viene trovato morto Attilio Manca, giovane urologo siciliano; ha lividi su tutto il corpo, macchie di sangue agli arti superiori e inferiori; due siringhe con cappuccio sull'ago rinvenute sulla scena, il dottore si sarebbe iniettato cocktail letali di droghe; lui che era professionista della sala operatoria sapeva perfettamente come usare quelle sostanze e le dosi necessarie al suicidio.
Attilio fu 'classificato' come tossico, drogato, consumatore abituale.
Davvero bizzarro che sul luogo del ritrovamento del corpo non ci fosse alcuno strumento o segno normalmente usati per prepararsi le dosi da farsi in vena.
Gli inquirenti dicono che il "suicida" era un igienista, quindi prima di intossicarsi ha pulito tutto, facendo sparire gli oggetti tipici del drogato, talmente ordinato che si spara due siringhe di veleno, va in overdose, rimette i cappucci sugli aghi, poi si picchia, si insanguina e muore.
Insomma una dinamica che ricorda Peppino Impastato, che per ammazzarsi si prese a colpi di pietra in testa, se la fracassò spargendo il sangue ovunque intorno a sè.
Come Pinelli che si lancia dal quarto piano della Questura di Milano, perché non si sa, l'ha fatto perché voleva ammazzarsi no?
Attilio Manca era mancino naturale, nel senso che faceva tutto con la mano sinistra.
Era un urologo specializzato in interventi alle neoplasie della prostata con laparoscopio.
L'unico ad effettuare quel tipo di chirurgia, altamente di precisione, in Italia.
Era mancino naturale, tanto che in sala operatoria era caudiuvato sempre da un assistente per la "guida" del braccio destro robotico del laparoscopio.
Il campo nel quale esercitava, la chirurgia interna endoscopica alla prostata, non ammetteva tremori o "assenze", è questione di micron; eppure investigatori, persone in divisa, magistrati hanno verbalizzato e confermato che Attilio era un drogato.
Lo negano tutti, che fosse tossico, colleghi, primario, amici, famigliari.
Eppure nei verbali e nell'inchiesta post mortem, Attilio, viene descritto come abituale consumatore di sostanze; un insulto alla persona, alla professionalità e alla sua memoria.
Si sarebbe suicidato facendosi l'overdose con due siringhe, una dopo l'altra, usando la mano destra e entrando perfettamente, un un solo foro, nella vena del braccio sinistro.
Un mancino naturale?
Attilio Manca un giorno telefona ai genitori e dice di trovarsi in Costa Azzurra perché "devo vedere un intervento".
Dal 7 al 10 luglio 2003, Bernardo Provenzano, latitante da 43 anni, fu ricoverato nella clinica di La Ciotat a Marsiglia per controlli al tumore alla prostata.
Fu operato il 29 ottobre 2003 nella clinica di Casamance ad Aubagne, operazione pagata dalla Regione Sicilia allora gestita da Salvatore Cuffaro.
Pare che nella stessa clinica fu operato anche il boss Paolo Di Lauro. E sembrerebbe che, nella stessa clinica, il boss Giuseppe Falsone, abbia subito un piccolo ritocco di chirurgia estetica al naso.
Pare che nella stessa clinica fu operato anche il boss Paolo Di Lauro. E sembrerebbe che, nella stessa clinica, il boss Giuseppe Falsone, abbia subito un piccolo ritocco di chirurgia estetica al naso.
Nei verbali, nero su bianco, redatti dalla Procura di Viterbo, sostituto procuratore Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta e "accertamenti" verbalizzati e firmati dall'allora capo della squadra mobile viterbese, Salvatore Gava, non solo Attilio risulta essere tossicodipendente abituale e suicida per overdose, ma in servizio nel nosocomio dove esercitava la professione, il Belcolle; invece non è vero.
Il verbale è un falso.
Falso come lo erano i verbali che lo stesso Salvatore Gava e colleghi, implicati nelle torture alla scuola Diaz nel G8 di genova del 2001, scrissero.
Salvatore Gava fu quello che giurò che alla Diaz c'erano vbottiglie molotov e armi improprie [mazze, spranghe...], fece pure produrre fotografie dove mostrava l'arsenale sequestrato: era un falso!
Gava e colleghi usarono la menzogna e costruirono prove false per giustificare la macelleria che effettuarono alla Diaz.
Non basta: dai tabulati telefonici di Attilio Manca, viene omessa una telefonata, l'ultima, quella fatta ai genitori dalla Costa Azzurra: "sono qui perché devo vedere un intervento".
A nulla sono servite le proteste dei genitori sulla "sparizione" di quella voce dall'elenco delle telefonate.
C'è di più: il registro di servizio dell'ospedale Belcolle registra assenze dal lavoro di Attilio Manca proprio nei periodi nei quali Bernardo Preovenzano era a Marsiglia per gli accertamenti e poi l'intervento alla prostata.
La famiglia Manca è sicura che il figlio in quei giorni fosse a Marsiglia e che proprio lui abbia operato Provenzano.
Sono certi che non si sia suicidato, ma ucciso, perché diretto testimone di fatti mafiosi, magari non essendo neppure a conoscenza che il paziente che aveva assistito e operato fosse Provenzano.
Da quando i genitori e il fratello di Attilio hanno cominciato a denunciare le incongruenze e le falsità, gravissime, dei verbali d'inchiesta, chiedendo verità e giustizia per il figlio, e l'affermazione della onorabilità della sua persona, sono iniziate le persecuzioni, le offese, anche alla memoria del figlio, sostanze chimiche irritanti immesse nell'abitazione, ripetutamente, tanto da finipre più volte al pronto soccorso per problemi respiratori.
Secondo il racconto della mamma, anche polizia e carabinieri, dopo avere verificato la situazione, avrebbero consigliato alla coppia di abbandonare la casa, che si trova a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. «Abbiamo continuato a resistere, perché questa è la casa dove sono cresciuti i nostri figli, dove abbiamo trascorso gli anni sereni della nostra vita, dove la mafia ci ha consegnato Attilio in una bara, dove ci sono i ricordi di una vita».
Attilio sarebbe stato suicidato per mafia, ma l'inchiesta rischia l'archiviazione e mai la Distrettuale Antimafia ha preso in mano il fascicolo per verificare il perché delle bugie, reiterate, di funzionari dello Stato.
Nel frattempo Martino Galasso, 53 anni, ex esponente del clan Galasso di Poggiomarino, che negli anni '90 aveva collaborato con la magistratura, svelando intrighi tra criminalità organizzata e politica, viene trovato impiccato nella sua abitazione in via Pergolesi a Viterbo, poco lontano dalla casa di Attilio Manca; gli inquirenti hanno scartato l'ipotesi del suicidio, in quanto il supporto sul quale è stato trovato il cadavere non avrebbe potuto reggere il suo peso ed il cappio che portava al collo era realizzato in modo approssimativo e frettoloso, non certo da persona che volesse suicidarsi.
Da indiscrezioni sembrerebbe che la morte di Galasso possa essere messa in relazione con quella di Attilio Manca, nella quale il boss potrebbe avere avuto un certo ruolo.
Nel
2005 un pentito, Pastoia, disse che nell’ operazione a cui Bernardo
Provenzano si è sottoposto a Marsiglia era presente un urologo italiano,
ma non volle fare immediatamente il suo nome e non lo farà mai, perché
Pastoia è stato trovato nella sua cella, impiccato… - See more at:
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ex
esponente del clan Galasso di Poggiomarino che negli anni ’90 aveva
collaborato con la magistratura svelando numerosi intrighi tra
criminalità organizzata e politica - See more at:
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Galasso,
53 anni, è stato trovato impiccato nella sua abitazione di Via
Pergolesi, a Viterbo: gli inquirenti hanno scartato l’ ipotesi del
suicidio in quanto il supporto su cui è stato trovato il cadavere
dell’uomo non avrebbe potuto reggere il suo peso ed il cappio che
portava al collo è stato realizzato in maniera frettolosa, insomma non
un cappio realizzato da un uomo che avrebbe voluto suicidarsi. - See
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suicidio in quanto il supporto su cui è stato trovato il cadavere
dell’uomo non avrebbe potuto reggere il suo peso ed il cappio che
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suicidio in quanto il supporto su cui è stato trovato il cadavere
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Nel 2005 il pentito Pastoia ebbe a dire che nell'operazione alla prostata a Provenzano, in Marsiglia, era presente un urologo italiano; non volle fare il suo nome e non lo farà mai, perché Pastoia è stato trovato morto impiccato nella sua cella.
Davvero strano questo Paese.
Nazione di misteri e segreti di Stato.
Piena zeppa di spergiuri e sabbie mobili.
Per Attilio intervenga la Procura Antimafia, subito!
Lucio Galluzzi
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mercoledì 8 gennaio 2014
SCUOLA PUBBLICA: L'ULTIMO SFREGIO
IL GOVERNO DEI ROBIN HOOD ALLA ROVESCIA E SACCOMANNI NON TROVA LA COPERTURA
Lettera aperta alla dottoressa Carrozza
Ministro Istruzione, Università e Ricerca, suo malgrado
Non è facile avere a capo del Dicastero dell'Istruzione una persona competente e capace; da decenni su quella poltrona si sono succeduti i peggio innominabili, gentaglia messa lì solo ed esclusivamente dalla mafia partitocratica, falliti, riciclati, impresentabili; tranne rarissime eccezioni, la Scuola Pubblica italiana è stata sempre messa in mano, o meglio sotto il culo, di coloro che sono passati da lì a far finta di dirigerla, usandola come cesso per le proprie deiezioni, un incarico d'oro di Casta affidato a spietati quanto affamatissimi servi di regime.
Un regime che è andato sempre peggiorando.
Ce la vengono a raccontare solo sul ventennio berlusconiano, peraltro rinnovato da pochi mesi, ma è oltre settant'anni che l'Istruzione e la Cultura italiane vengono stuprate e sfregiate da criminali senza ragion di Stato e interesse per la Cosa Pubblicca.
Basta semplicemente cercare su Wikipedia l'elenco storico dei tizi che sono stati Ministri della Pubblica Distruzione, c'è da rabbrividire a legger quei nomi.
Se poi a quelli ci affianchiamo i Ministri, Sottosegretari, Consiglieri, Portaborse dei Beni Culturali e Tesoro, il vomito diventa incoercibile.
Sapere che, finalmente, il MIUR è stato affidato a lei, dottoressa Carrozza, è una boccata d'aria pulita: da quando ricopre l'incarico non si è risparmiata in parole e atti a difesa di studenti, docenti, famiglie utenti. Ha usato anche parole forti, invitato alla ribellione, alla disobbedienza, lei che è del mondo della Scuola, da sempre, sta dimostrando, giorno dopo giorno, quanto percepisca e conosca direttamente l'enorme disagio nel quale tutti noi docenti, come lei, siamo stati scaraventati e abbandonati.
Ed ecco l'ultimo sfregio, l'ultimo in ordine di cronaca politica parlamentare, perché di certo ce ne saranno altri, come è sempre stato in questo Stato: il ministro Saccomanni [ma chi è?] decide che dalla busta paga di noi docenti deve togliere 150 euro lorde mensili, a 80 mila di noi lo fa, partendo da adesso, genneaio 2014.
Non basta che il CCNL dei lavoratori della Conoscenza sia disatteso da oltre sei anni, che i nostri stipendi siano bloccati ed erosi da inflazione e crisi dal 2005, nessun aumento a fronte di impegni professionali e responsabilità che aumentano, insieme al monte ore settimanale, avendone noi tutti in cambio zero; in quale altra azienda il padrone impone ai propri dipendenti di lavorare di più, produrre meglio, più in fretta e gratuitamente?
Gli scellerati, che sono venuti prima di lei, con menzione di vergogna assoluta per gestioni quali Moratti e Gelmini, hanno scientemente devastato la Scuola Pubblica, rendendola maceria.
180 mila sono stati i colleghi licenziati e buttati in mezzo alla strada perché precari.
Taglio dopo taglio, machete, sfobiciate, insulti, minacce: noi docenti siamo i "fannulloni, imboscati, sindacalizzati che devono essere mandati a casa a calci in culo, se criticano l'Amministrazione sono da licenziare, incapaci, senza meriti, comunisti... ", e chi più se ne ricorda ne metta.
8.1 miliardi presi a piene mani in pochissimo tempo dalle nostre tasche, solo dalle nostre, perché come lei mi insegna, noi insegnanti siamo la cassa dove lo Stato mette le mani e ruba tutto tutto che può, anche la nostra dignità.
Un docente di scuola media inferiore percepisce mensilmente circa 1.300 euro, dall'inizio della carriera a non si capisce più quando [visto che di aumenti non se ne deve parlare]; togliere dal suo stipendio 150 euro mensili è vergognoso, schifoso pensare che quei soldi sudati e dovuti al collega, finiscano, prelevati coattivamente, a coprire i buchi di Bilancio per la Legge di Stabilità attuale.
Il ministro Saccomanni [ma chi è /2] peggio del già tossico Tremonti; lei, dottoressa Carrozza si ribella, chiede al tizio di non applicare la norma e lui che risponde?
Dice che non è colpa sua, il decreto lo ha firmato Napolitano, questa cosa del rubare dalle buste paga degli insegnanti il governo, il Colle, i sindacati... tutti poltronisti rovina Nazione, la sapevano fin dal 27 dicembre scorso.
Ma tutto taceva.
Il tizio al Colle, come ha sempre fatto, firma qualsiasi cosa, non sa quel che fa, non lo ha mai saputo.
Ancora di più; Saccomanni invita lei, Ministro dell'Istruzione, a trovare nel MIUR i soldi che servono a lui & Casta.
Non ci pensano minimamente a mettere le mani in tasca ai ricchi veri [lo scudo fiscale Berlusconi/Tremonti/Pd insegna], non si tagliano indennità, lo annunciano, fanno finta, poi di notte, come ogni ladro che si rispetti, cambiano le carte in tavola e rimandano alla fine del 2015.
Intanto, questa Casta, da sempre si mantiene la Scala Mobile, e che Scala Mobile: l'hanno cancellata per tutti i lavoratori italiani, per loro no; recuperano tutto quello che l'inflazione erode dai loro "poveri stipendi d'oro", percentuale di adeguamento al costo della vita moltiplicata più del doppio, sommata ad una assicurazione del 2.7 % dell'indennità, perché non si sa mai, meglio abbondare.
Rubano dalle nostre tasche, ma guai a solo farli pensare a quanto sia inutile il Senato della Repubblica [della banane], a quanto si risparmierebbe chiudendolo e mandando a casa le mummie in carica lì dentro.
Prendere dalle pensioni d'oro? Ma manco a dirlo per scherzo!
Colpire i capitalisti, quel 10% che ha in mano tutti i piccioli nazionali, a danno del 90% di cittadini normo salariati? Ma no che non possono; nessuno al Governo lo ha mai fatto, mai.
I conti 'neri" in Svizzera e nei paradisi fiscali? Non possono farli rientrare; è vero che in valuta ritornerebbero in Italia cifre da capogiro di soldi nostri, ma poi i grandi evasori non voterebbero più i vassalli che hanno sistemato al comando di questo Paese malato e moribondo.
La tassazione dei capitali nascosti all'estero, fatti rientrare, applicata al 10% coprirebbe una manovra economica/legge di stabilità da oltre 25 miliardi.
Ma Saccomanni, Tremonti prima di lui, Napolitano, Berlusconi, il PD, il Monti fallito & Congrega, i sindacati [i sindacati!] hanno sempre fatto finta di nulla, e continuano.
Però com'è bello fottere soldi a piene mani dagli stipendi degli insegnanti, quelli che sa sempre pagano le tasse e non evadono neppure un centesimo, perché sono dipendenti della Pubblica Amministrazione e come tali vacche, seppur macre, da mungere senza tregua.
150 euro prelevati mensilmente dallo stipendio di un docente, compresa tredicesima, fanno circo 2.000 euro.
Se quel docente si sposta ad esercitare la sua professione in Spagna, fin da subito ci guadagna 6.000 euro un più l'anno, rispetto al trattamento economico italiano.
Se ne ne va in Francia o Inghilterra, i suoi scatti di carriera [qui negati da sei anni, versati solo quelli del 2012, senza interessi, cancellati i precedenti, e ora richiesti indietro da Saccomanni] il suo stipendio, che qui è di 24 mila euro annui, scatterà per carriera fino ad arrivare a quasi 50 mila; siamo i peggio pagati del mondo civile noi docenti, qui; trattati come ladri dai veri ladroni di Stato, costretti a portarci da casa anche la carta igienica e il sapone, i gessi per le lavagne [ma le LIM? Quali LIM?], usare i nostri mezzi per raggiungere sedi disagiate, metterci di tasca nostra tutto quello che possiamo per rendere all'utenza un servizio il più possibile decoroso, che lo Stato ha distrutto
Dottoressa Carrozza, che cosa potevamo aspettarci, lei e tutti noi, lavoratori della Conoscenza, dopo gestioni della Cultura e dell'Istruzione lasciate in mano a tizi come Gelmini, Bondi, Sgarbi, Renato Farina e Stracquadanio, Brunetta & Co.?
Lei sa a cosa mi riferisco, lo sa bene.
Non c'erano i soldi per la Scuola Pubblica, ma li trovavano di notte, centinaia di milioni per le private, parificate, clericali gestite dagli amici degli amici.
Ministro, se ne vada, scappi e li abbandoni, non stia in mezzo a questa gente.
Si tolga prima possibile da dentro quello schifo.
L'antipolitica, i forconi, i grilli urlanti populismo da bassa lega, con la Lega, i movimenti di finta "rivolta", anche la mafia tutta, le nuove e vecchie Forza Italia, pitonesse, falchi, conigli, maggiordomi, camerieri e soubrettes, nani malefici e streghe vere... ringraziano Saccomanni e quelli come lui che tanta acqua marcia stanno portando al loro mulino.
Che si dimettano tutti!
Da collega a collega, Maria Grazia, un abbraccio.
Lucio Galluzzi
Maria Chiara Carrozza
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