mercoledì 30 novembre 2011

IL GEBBIONE


Una stupendità anemica
passava mai lieve
eppure
sui miei femori
era di un attimo fatto
il sole pieno nelle mie umili dimore
alle caviglie
prese
nel ceppo dei binari
tolto
correva il treno
quello a vapore
profumato d'infanzia
noi dietro le siepi
a gridare tutte le tonsille
al passare.
Ed era bello il Gebbione
di quell'acqua verde
grande smeraldo tra la fine
e l'aeroporto
un nuotare di bisce tante
si rideva ignari
che il piacere
tutto
era denso
Misery non deve morire.

Lucio Galluzzi
©2011CCL

domenica 27 novembre 2011

BARRAMUNDI / 2




Endossei.
Quei sentimenti d'oro
ora
piombati nelle carie
ai denti marci
smangiati
implantati ai genitali
dei quasi tutti questi.

Questuanti
fin troppo ricchi
d'altro tutto pieni
sfaretrano mascelle d'Orinoco
lì in mezzo alle cosce
estroflesse
ti parte la mano
netta mozzata
moncherina
che muso largo
i buoni gagliardetti
davanti le chiese tue
tabernacula stupa
interiors design
deeper belly.

Facciamo l'amore
masticandoci
ruminosi
trippa alla romana
stomatico
ti voglio bene sai
quell'attimo d'idraulica
pressione e schizzo
poi basta
altre dentiere
che ce ne sono tante.

Lucio Galluzzi
©2011CCL

mercoledì 23 novembre 2011

HOSIANNA




Si vedeva Giove dorato
passato Rodio
di pulsare l'Orizzonte
basso
come in su se stesso
roteare
veloce
ma l'inizio di nebbia
crea illusa d'iride
Hubble
diceva una lì
forse è astronave
forse
eppure tutto è come sempre
prima
ancora
che lo fosse
di nota sicura scende
la Colonna e il Colore
suo
tra il me
e la ringhiera davanti
precipita
l'Alto
di gravità sonora
747
proprio dentro il temporale
la rocca e la pietra
Hosianna.

Lucio Galluzzi
©2011CCL

martedì 22 novembre 2011

GIORDANO



Dove sono finiti
quei bambini che eravamo
trasogno in una cantina
di muratori e piastrelle
acre di caustica la narice
punta d'aria infame
senza la parvenza d'un acqua
seppure magari sospesa
vapore invisibile
si stava amanti devoti
della paura quella vera
sosteneva energia viva
scappare forte
ancora più forte
veloce incurante
il ginocchio raschiato
sul cemento rapido di sangue
la bici in piedi subita
per poi tornare al terrore
che si cresce sani
così.

Dove sono finiti
dove
sono
finiti
dove
gli eroi
quelli
che oggi di paura
è minestra a tavola
malgradita
eppure la finestra
non si salta
pro seguire l'anca
al fuoco esposta
ricordi la lingua inchiodata
di Giordano
nel mentre fumava
del Cristo.
Andati.

Lucio Galluzzi
©2011CCL

sabato 19 novembre 2011

L'INDUTTANZA




Quando finiscono le parole
gli occhi sono protesi
vetri sfera
colore scelto in saldo
può caderne qualcuno
rotolare
tanto non ci si guarda in viso
tirarlo su
cacciarlo in bocca
come una caramella
succhiare
rimetterlo in orbita
siamo così
parti staccate
posticci inutili belletti
come troie profumiamo
ci si offre senza un bacio
che non si mette la lingua in bocca
all'avventura
di una volta e basta

Quando finiscono i sensi
resecati
andiamo giù di torazina
non si capisce
s'è tosse o conato
il bulbo è lo stesso
e ora che l'incandescenza è bandita
neppure un filamento
c'incendia di giusto
dai, che siamo un errore
senza interruttore.


Lucio Galluzzi
©2011CCL

giovedì 17 novembre 2011

THE HUNGERS






Hanno fame. Immensa. Insoddisfattibile.
S'aggirano come ladri di merendine dentro approssimative scarpe.
Odorano di vecchio limone dimenticato nel frigo e muriatico post uso.
E' un pieno totale, in ogni dove, spazio aperto, chiuso, anche quando caghi.
Non smettono.
Mai.
Mentono a tutti, a sé stessi di più.
Sempre.
Sguardo fisso a terra.
Teste chine.
Senza teste.
Solo un'informe protuberanza fresca di barbiere.
Taglio trendy.
Piccoli barmy army.
Congiuntivi confusi a condizionali e blefariti.
Chiedono e chiedono.
Di tutto e qualsiasi cosa ti possano succhiare.
Tranne...
Buchi neri, spugne cosmiche. Dissanguamento.
Non possiedono neppure la decandente romantica figura di un lontano Tepes.
Pazzi in furia perenne.
Armadi chiusi a combinazione bulgara.
Corrono da palestra a calcetto, trombata e venuta, fottono e piangono.
Hanno sempre un problema.
Il loro problema.
Il problema universale.
Te lo raccontano per forza.
Oggligato.
Ti legano stretto, addentano, strappano carni, sfilano arterie.
Le indossano ai polsi.
Fashion.
Sportivo.
Figo.
Iphone.
Giurano d'essere vegetariani.
E Battiato è un Maestro.
Avercelo davanti ne farebbero fare scaloppa.
Non sanno cucinare, ti cucinano.
Hanno un problema.
Il problema del problema.
Sentilo e risolvi.
Senza dati utili. Niente logica.
Bang bang!
Troppo rumore che non hanno il silenziatore.
Alitano gas letali, allora.
Cominci a tirare le cuoia.
Ma il loro problema problematizza il problematico.
Iniziano senza fine.
Scortesi ed inutili come i Geova la domenica mattina alle sette.
Sciacalli senzudito.
Un battito cardiaco l'ora hanno.
Non si smuovono.
Il sale ormai ti segna la faccia, per te lo sai che stai andando.
Serrano ancormaggiore i nodi.
O dai soluzione o megliochemuori.
Insert coin.
Gliene fotte.
Ma fottono.
Esalazione finale.
Sputeranno solo le cartilagini.
Il bollito di testina non lo gradiscono.

Hanno fame immensa, insoddisfattibile.
Ricominciano la caccia.

Lucio Galluzzi
©2011CCL

martedì 15 novembre 2011

L'ERBA SOTTO I PIEDI





La bellezza, quella, ti colpisce alle gambe.

Netta azzera le tibie e cadi per terra, senza pietà.

E' una sequenza improvvisa di strobo a frequenza cardiaca, calata e appesa al chiasma.

Non se ne accorge di danni creati, passa e basta.

Neppure si ferma o rallenta un attimo, magari un fremito di blocchimagine da portarsi impressa in retina.

Come diceva il mio padre assoluto di lettere, e soprattutto virgole, è uno schiaffo che ti arriva violento.

Ti gira la faccia dall'altra parte.

Un manrovescio così forte da tombarti lo stomaco, altro che farfalle che ci girano dentro.

Il vuoto vero dell'osservate in religioso rapimento e le parole, le parole sperdono come campanelli per tinnito.

Chi ha detto che si è immagine dell'Immoto ha compiuto l'Originale imperdonabile.

Blasfemia.

Ridere forte.

Sganasciarsi di beffa.

Non ascortarlo mai più, mai più, mai.

Starsene lontani dai bestemmiatori ché Luce non possiedono.

Non danno il senso del sentiero.

Ti portano a perdere.

T'ammazzano di luoghi comunissimi, latrine di vissuti, assenza d'atto.

Significante zero.

Se hai mai visto un angelo, che mai può esserti a fianco, se lo hai anche solo percepito d'aura, se e basta; allora sai anche tu dell'accecamento assoluto, unico, raggio diretto, preciso, pupillare.

Balle le nuvole, illusioni di vapore e ghiacci, manco un po' di fumo a far l'arrosto finto.

E' salire il senso.

Andare veloci, un parsec, spararsi in alto.

Abbattere quella velocità fotonica e gli anni cosmici.

Infilarsi preciso tra gli strati dell'Universo che pare Aria.

Castone.

Lì diventare solitario, riflettere internamente, emergere dalla tavola.

Oltrepassarsi senza movimento.

Neppur lieve.

La bellezza non necessita passo.

Falciate!


Lucio Galluzzi

©2011CCL


lunedì 14 novembre 2011

SODIO CLORURO





Non mi hai dato quello che volevo

che tu non volevi darmi

insistente

sustanziata

si richiede nulla costa

abbassando la guardia

s'affonda l'elica

mediterranea

si va

s'ondeggia

echi ancora più sonici nell'acqua

eppure ci voleva poco

bastava darmi quello che non poteva esser dato

un sacrificio

grande come te

il caffè del mattino

scannarsi profondi

polipi d'avvinghio

suffuca

ah, che stupidi gli umani

si mettono la Luna in culo

poi lacrimano

sangue

perché non vedono via.


Lucio Galluzzi

©2011CCL

domenica 6 novembre 2011

FLESH





Se ne stanno lì
sbattuti come sirenette
senza Copenhagen
privi di fiaba
castrati fantasia
abbandonati ombre
divieto visi
non
un
solo
rumore
pronti vegetali indigesti
offrono carni
le maneggiano in destrezza
intorno al vuoto
d'un ombelico imbarazzato
che sta lì
pure lui pauroso
come un buco nero
abituato a far sparire.

Ci fosse almeno sangue
sarebbero anche umani
un po'
ma questo è l'amore
nell'era del macello.

Lucio Galluzzi
©2011CCL