"Sai cosa c'è che non va in questa sequenza?", mi disse, leggermente insoddisfatto, Felix, "la miseria della misera non è rappresentata come dovrebbe. C'è un non so che di ancora umano nel disumano sparso, eppure è a pezzi. Che crudeltà feroce concedere ancora espiazione e magari pure un Purgatorio. Sprecare così la certezza del Male ammettendo in scena pure la Luna..."
E' proprio così.
D'un tratto solo, forse anche due, mi ricordai di quel periodo mistico rosa, tra croci e fichi freschi, dei canti lontani e il pungente fumo dei cespi d'origano bruciati per far spazio ai solchi.
Un turibolo espanso fino a Scilla, e anche oltre, la mia Terra.
Un'Arabia di basse bianche moschee e cristi scorticati, conventi e malaffare.
Malaffare specialmente.
Contraria a me quella delatrice.
Sì, esatto, quella con quel pacco di sivo ribollente, rima alla meschina.
Non se ne andava.
Avversa.
Tempesta del focolare senza un solo Angelo soccorritore.
E liolì e liolà questo amore si farà
si farà d'oro e d'argento
d'affondare il bastimento
bastimento poi non c'è
io mi sposo con il Re
Re e Regina al matrimonio
nella Chiesa è un manicomio
Me la cantavo e me la suonavio io la messa, non potevo fare altrimenti.
All'asilo non vedevano di buon occhio un prete.
Immagina una suora.
Per giunta Badessa.
Due Badesse sotto lo stesso tetto possono anche starci, ma come marito e moglie, peccatora e confessora.
D'altro no.
Così ogni sera tornavo dentro senza aver visto neppure uno strazio di tramonto.
Mi serviva come un ventilatore polmonare, ma gli Dei condedono cose a chi non devono, i devoti a chi bestemmiano.
Da mane a sera.
Te lo potevi immaginare tu che il tramonto da noi è di mattina?
Troppo rosso per essere Alba. Troppo chiaro per Aurora, lo sfrigolio e il tanfo di curcuci annunciavano un ben diverso prologo.
Difatti tutti lo sapevano tranne me.
Ai bambini appena svegli u cuntu dell'Arcangelo non glielo fanno mai.
Si spalancò la persiana. Non un alito di vento. Non un colpo di tosse nuvolare.
Paralisi invasiva.
Rumore azzerato.
Frame motion.
Era bellissima Gabriele. Spada enorme. Veste azzurra come il mare di Pellaro.
Bello come non so.
Odorava d'Annunciazione proprio lì sotto.
Curioso ma già sapevo che aveva nulla.
Non hanno sesso. Non ci trovi quella cosa e nepppure l'altro soggetto. Che vengono a fare allora?
Vengono e basta!
Non mi posso distrarre, niente domande, fatemi la Carità.
Si abbassò sul mio viso. Secondo me era alto forse tre o anche quattro metri. Una Giganta.
Mi soffiò in bocca senza lingua. Manco quella hanno.
Me la fece.
L'Annunciazione.
"Sugnu Giovanna, chidda d'Orleans, mischina, abbruciu c'avi centinara d'anni, varda u focu ca' mi cunzuma e m'arruvina. Vinni acca' ndi tìa pì nù fattu capitali. Non sciatari e apri i ricchi bòni: mi mandaru mu tu ricu chiaru e tundu, tu cì comu ammìa, preciso, figghia, sputatu. comu gemelli simu.
Viri ca pì seculi ri seculi tu figghi non ndi po' avìri. Infatti jeu non sugnu Patri. Ci spiai o' Patreternu sì mmi potiva fari Matri e chiddu s'allisciau u biffiu, na puntata nto' culu e fui scafazzata ndi sta mundizza. Ora tu a ffari comu ammìa, chistu è u Destinu, a' Magarìa, u Nfernu tuttu... E siccomu nu figghiu mi manca assai... mi mpreni? Setti simani ti lassu pa' risposta e quannu tornu o i na' manera o i n'autra ti vogghiu!"
21 giorni.
Neppure una ovulazione finita.
Ma io che ne sapevo di queste cose?
Santi, Martiri e Regine.
Inzio così il mio periodo di stipsi petrosa.
Alla Madre Terra non lasciavo nulla.
Si sa quelli troppo sensibili se ne fottono degli altri.
Gli altri si fottono quelli sensibili.
Era la mia nemica.
Davvero.
Lucio Galluzzi
C2015CCL