
Sapesse S'Ignora
il chiasso del legno di zoccoli
sui selciati
la notte tutta
è un camminare di gente
senza mèta
come una Tirana
vanno avanti e indietro
tornano
riprendono
lenti senza voglie
si direbbero cavalli al passeggio
se non fosse
per l'odore diverso che emanano.
Finti YSL e Boss di Cina
lasciano scie
indicano code
si cercano per ossi sacri
coccigi esasperati d'eccitazione
alcolica
si direbbe cani felici
ma l'appendice scodinzolante
è interna
piccola
ci vorrebbe una TAC in real time
passata da Itunes
buttata su un plasma gigante
per goderne tutti d'insieme.
S'Ignora sapesse
come duole tutto il melograno
s'agita l'albero
è persino anche caduta la mano
il pargoletto
la torre sul passero crollata
quella nebbia
propria del confondibile discreto
ormai solida massa
dentro ci si muove a malapena
per pena
mala.
Lucio Galluzzi
©2011CCL