[da leggere con voce sospirata]
Si posava sul palmo
quella che aveva dovuto essere una piuma
scesa chissà da dove
e quanti colori si portava
di ricordo in visioni dall'alto
quando non precipitata era volo
anche ad occhi chiusi
serrati
la riconoscevo
testimone dall'anteriore nostro
ora viscerale senza peso
perché se ne sono andati
ogni tanto s'aprono
concedono comunione
non sono contento mai.
Non aveva senso
una goccia sul braciere ardente
eppure danzava senza svaporare
sferica perfetta
ad avvicinarsi ti rendeva orizzonti
pieni
alla pupilla
sottosopra
bastava mettersi gambe all'aria
coi piedi nel cielo
per vedere ancora
e ancora vedere
frammentata in rugiada
t'aspettava l'aurora dopo
ma io
non sono contento mai.
Eppure non hanno viaggiato invano
gli opposti
notte e luce in alternanza
per generazioni
vita e pausa
inizio e fine temporanei
era nevicato senza misura
non un solo tenero ramo
si spezzò
è vero
non sono contento mai.
Lucio Galluzzi
©2011CCL