
Stesa come fosse la stessa
Costantinopoli
riflessa d'ori
e vetri
ancora echeggia
di venti e lune
mozzate quasi al nascere
per poca luce
eppure ai bagliori inattesi
la notte già mattina
denuncia rotte
percorsi come passaggio
tra fuoco e nuova vita
ora.
Non scendono
da lassù
avvistano cobalti
silenziosi assolati
quelli che stanno in alto
Non s'abbassano
per vite
tutte
alle caviglie
sparse d'esistenze ai ceppi
Mai d'Ecuba in visita
che non c'è ragione
tantomeno in Cuba
passar colonne.
Lucio Galluzzi
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