martedì 17 maggio 2011

QAL'AT SEM'AN


Stesa come fosse la stessa

Costantinopoli

riflessa d'ori

e vetri

ancora echeggia

di venti e lune

mozzate quasi al nascere

per poca luce

eppure ai bagliori inattesi

la notte già mattina

denuncia rotte

percorsi come passaggio

tra fuoco e nuova vita

ora.


Non scendono

da lassù

avvistano cobalti

silenziosi assolati

quelli che stanno in alto

Non s'abbassano

per vite

tutte

alle caviglie

sparse d'esistenze ai ceppi

Mai d'Ecuba in visita

che non c'è ragione

tantomeno in Cuba

passar colonne.


Lucio Galluzzi

©CCL2011