
Mi abito dentro non so davvero
dello scrivere mio se non quando parole
cadono a valanga dal vomito fuoriuscite
vergate da stilografiche caricate a sudore marino
è così che si diventa Dio facendo Cosmi e dismisure
d'incensi lordate le carni fino a bruciare
carbonella barbecue all'aperto
buttarci sopra benzina alimentare lo scoppio
d'incensi lordate le carni fino a bruciare
ahimé la Letteratura sporca alle mani
di Creta l'impasto del creare e ridar vita
è così che si diventa Dio facendo Cosmi e dismisure
e mi chiedi mi chiedi un continuo numerale
per noi che si scrive seguendo il Suggeritore
spesse volte sono molti più d'Uno
ci vorrebbe un Atto senza Dolore
dar fuoco al Luogo Presente insieme a te
e alle domande che si domandano sole
cadono a valanga dal vomito fuoriuscite
io non sento ormai più e sei presente
fin quando io lo scrivo il Verso forse prima
giacere in forma di libro abbandonato
sulle ginocchia d'un qualsiasi giornalista
forate d'amabili Parabellum a sversar latte
Mi abito dentro non so davvero.
Lucio Galluzzi
C2015CCL