lunedì 26 novembre 2012

HOLE



Stringo tra i pugni la luce di dio
e la perdo d'ignoranza
dimentico delle rette
senza inizio e fine
come posso trattenere fotoni?
Pensare al collasso d'una supernova
in punto invisivibile di gravità immensa
che tutto prende e stramuta
altrove
ridurlo segmento è bestemmia
eppure il limite tra i palmi esiste
teletrasporto quantistico
di mie particelle in più luoghi
nello stesso tempo
esisto qui oltre e altrove
sposto informazioni ataviche
pensieri trasmessi WiFi
in questo umano miracolo
disdegno l'io.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

martedì 20 novembre 2012

ALTI & STRETTI

Orlano sulfurei di trama
caduti a tratto d'insieme
tappeti deposti l'autunno
puntuali si staccano devoti
in adagio di basso continuo
occultano confini e vie
tessuti si fanno i passi
imbarazzano questi inchini
i piedi disattenti ladri
rinnegano l'oro della muta
ogni giorno di più scalcagnano
c'entrano niente Leopardi
insieme a gobbe pelose
macchiaioli disfatti spettinati
ripetitori di turno falliti
quando i pioppi affollavano
per mano presi a cipressi
tra noi lignei di braccia protese
ai cieli in fronte
carichi di foglie e tesori.

Lucio Galluzzi
C2012CCL



venerdì 16 novembre 2012

GRATA

Salire al Monte del Carmelo
di notte
al buio 
senzesservisti
diminuendosi
al Nero diventar NullaNiente
sparire in Lui
traversare l'Acque avvolti
sette le pieghe precise
del Manto di Giovanni
nascondere
non ammettere alla vista
sparire
veloci
arrendersi 
senza più un muscolo
dietro il ferro
quello che ti sbatte via
tu e la miseria morta
d'anima che mai pesi
sei stato piombo
vapori di mercurio
obbligato certo
ora è Tempo di chiudere
tenerti fuori
che fa freddo di gelo
lì da te
e Grazia sia l'Assiderazione
i demoni inferiori
in indistinto ghiaccio.
Amo Davvero.

Lucio Galluzzi
C2012CCL


lunedì 12 novembre 2012

DER HIMMEL

Il margine ancora aperto dell'Idea
sostiene rosse vele sugli alberi
fruttificano ai venti dei mari tutti
mostrando d'orgoglio gonfie i succhi
su guglie acerbe in punta le cime
ricordano il ruolo di campane
rintocchi fondi fino all'intestino
il capire sventolato chiaro al Sole.

Invertire rotte troppo conosciute
per l'andare su liquidi d'altro colore
si cammina sull'acqua senza inganno
e prodigi d'ogni genere profusi
come migrazione puntuale sui capi
i pellegrini da Scilla sfilano ordinati
un ricordo disnebbia d'abbaglio specchiato
quando ero pesce e lo sapevo per me.

Conosco del sedersi e basta senz'altro
distanzio di tanto e molto la sabbia
gli unti ad arrostire laggiù per apparenza
una tregua continua sapore di peste
ad occhi aperti con sguardo ai piedi
li sento latrare affannarsi per carne
i desideri padroni in piccoli regni
sostengo albero le vele rosse i miei frutti.




Lucio Galluzzi
C2012CCL




venerdì 9 novembre 2012

"DEL NUDO SOFFRIRE"


Nell'indefinita fila dei distributori
il mio tempo a gettoni
sempre più a buon mercato
in attesa dell'inserimento usuale
dopo avrebbe fatto il suo dovere
senza mancare un giro al ciclo
un lavaggio profondo a candeggio
volutamente non ecologico
in dovere di baccanale disturbo
la quiete pubblica disonora la vita
come la vita offende a morte l'anima
un minuto similrame decino
rotolava incontro all'arbitrio
quello della libertà post ricevuta
e un turbinio d'empirei si calava così
laggiù nel buco nero dove tutto rigenera
c'erano mari dischiusi in onde e schiume
superfici mai fisse d'orbite quantiche
un mantra continuo saliva sacro
ballavano unisoni vestali ed angeli
un'armonia non dissimile alla Maddalena
quella dei pazzi nel letto senza croce
giunse così il cicalino dell'ammorbidente.


Lucio Galluzzi
C2012CCL

giovedì 8 novembre 2012

KATALISI


Rammucchiettavo in minuscoli cumuli
piccole e grandi foglie ancora ossigenate
da terra prese una ad una scelte
nel giardino privato in mezzo al mio petto
senza attesa di venti sicuro della calma
piatta che caratterizzava l'intorno
come da secoli ormai era accecante
il silenzio si prendeva la forma quella
esatta dei fuochi in più punti accesi
nel cielo terreno delle mie ali puntate
alle stelle dietro i cespugli di cotoneaster
d'estate ancora a guardar bene gravitano
lucciole.

Lucio Galluzzi
C2012CCL

venerdì 2 novembre 2012

UN ESERCIZIO DI POCO STILE

Abbasso sempre di più lo sguardo quando cammino.
Sta diventando un'abitudine obbligata.
Non voglio dare nell'occhio all'occhio.
Sarebbe preferibile la trasparenza per me.
Una sospensione priva anche del movimento.
Essere teletrasportato da un posto all'altro senza immersione nel giorno.
Anche la notte.
Dovrebbe sparire pure l'aura personale.
Nessuna traccia.
Esistere nell'assenza.
Mancare ad ogni tipo di volontà.
Negarsi anche al sé.
Come il prodotto top mandato dalle commerciali e mai sugli scaffali.
Che è così che ci conduciamo per difesa estrema.
Negli ultimi attimi eterni di questo fastidio popolato da falene inutili.
Echinodermi svuotati senza più odore.
Quelli che deambulano senza un perché non hanno tempo.
Credono solo nella fila uno dietro l'altro.
Manco s'inculano più i maledetti.
Occupano la morte estesa imbellettandola dei propri livori.
Ridono rumorosi si agitano sono continuamente affamati.
Non di cibo.
E' la guerra.
Ti scoppiano bombe al cuore tanto l'ha fatto nessuno anche se visto.
Io non sono stato dicono.
Dicono per modo di dire.
Hanno perso l'uso della parola si capiscono solo fra consimili.
Ti viene la voglia d'omicidio immediato senza preavviso o minaccia.
Dargli un senso di umano sfregio farli sanguinare piagarli.
Divorargli quello schifo di anima che esibiscono la domenica.
Servirebbe a niente.
Subito dopo a tradimento dietro le spalle chi ti ama t'azzanna e ti beve.
Fino all'ultima goccia t'ama.
Sono malati di quella infezione finale che manco Romero saprebbe raccontare.
Così abbasso sempre di più lo sguardo mentre cammino.
Senza dare nell'occhio all'occhio.

Lucio Galluzzi
C2012CCL