martedì 29 settembre 2015

DEGL'INTEGUMENTI




Tutte le volte che non si sa mai
e il momento poco propizio
quelle altre che non mi conosco
affondo
i turni del lascio vedo raddoppio
non torno poco tempo manca il respiro
l'etichetta che punge il collo
annodato
ero prima di lei ho fretta corro
sono sicuro non mi ha beccato l'autovelox
e poi un po' ho rallentato
frizione
si scalda così per contrasto
una parte di chiappa contro l'altra
il culo stringe tanto
fa 90
Tutte le volte che non mi ricordo
e i mesi forestieri corti troppo
ho lungo qualcos'altro
restante
perbacco
ecco!
Giacché per questo pertanto
in tal maniera in forma guisa
mi giro e mi prendo solo
me lo metto
sistemato
per nulla inaspettatamente
s'apre d'umano quell'animo
e par che rido
d'orizzontale posto
intergluteo
il solco.
Tutte le volte che a sedermi
la faccia duole
e mi ricorda che mi ricordo.

Lucio Galluzzi
C2015CCL



giovedì 24 settembre 2015

PANTOFOLE E CULLE

Quelli di cera chiedono sempre
che tu accenda veloce
non possono sentire
il bello del senza luce
liberati dalla continuata
alternata
statica
accendi fratello e poi passa
non tirare da solo
peste ti colga se

ma di notte sono i miracoli

la Piccolissima Fiammiferaia
ora
mai 
defunta da tempo lì
dove sanno tutti
si conserva più che bene
algida morta Motta
pensano i viandanti
buttando un solo occhio
al ricoperto cioccolato bianco
perché sei così fredda
distaccata
bimba mia?

ma di notte sono i miracoli

In un Martini
forse era Manhattan
Negroni
chissà chi lo sa
d'altre onde sono astemio
poco importa a me
poco
ma lei non galleggiava
ancorata
al fondo del calice
tirava le cuoia
schiattava
crepava
senza più un fiammifero
di nuovo e un'altra volta
continuamente

ma di notte sono i miracoli

Altro che un semplice cubetto
era di perfetta quadrivettura
e quelli di cera non la smettono
vogliono che accendi
veloce
ed è una folgore il filo della lametta
illumina quanto serve
dolce non per le gote
ma per aprir sorriso.

Lucio Galluzzi
C2015CCL











giovedì 10 settembre 2015

RACCOGLIERE LA FINE

Ciò che ci manca
ciò che è finito
ciò che è mai iniziato
ciò che non sappiamo
ciò che è senza noi
quelle certe sicurezze
le albe i tramonti
le maree il vento
le orbite il rumore
nonostante scende sempre
||
la vita
||
verso il mare
||
eppure
ogni settembre
l'odore del fango
il primo freddo
lo schiumare dei mosti
il rancido del bollito
il tabui che trema solo
la catena troppo corta
il torbido sospeso
fin troppo chiaro
tra una smuìssa
la famiglia nel tinello
un piccione morto
||

Da sempre
questi posti
devastano.

Lucio Galluzzi
C20125CCL